Purtroppo la colpa è anche nostra che continuiamo ad alimentare questo Business, anche se è utopia pensare che i monaci liberano le tigri se noi non andiamo più a vederle.
Insomma io le ho viste, e molti altri come Andrea & Sandra da Roma (foto dal sito: Amicidiphuket), ognuno in coscienza farà quel che ritiene giusto.
Se non saranno più “fenomeno turistico” prevedo una brutta fine per questi stupendi animali.
In Thailandia prima i soldi, poi viene tutto il resto…
La denuncia di "Care for the Wild International" http://notizie.alice.it
Roma, 1 lug. (Apcom) - Picchiate, tirate per la coda, sedate. Le tigri segregate nel monastero buddista di Wat Pa Luangta Bua Yannasampanno, più conosciuto come Tempio della Tigri, non se la passano affatto bene, denuncia una corrispondenza dello Spiegel dalla Thailandia.
Ma il business delle foto è troppo lucroso per essere fermato dalle denunce degli animalisti: i turisti che vogliono essere immortalati al fianco dei "gattoni" fanno la fila e pagano 1.000 baht, circa 20 euro, per qualche secondo da eroi. Dopo lo scatto subito fuori dalla gabbia, altri turisti sono in attesa del proprio turno.
Il monastero buddista si trova a circa due ore e mezzo di auto di distanza dalla capitale, Bangkok. Circa 15 tigri sono ospiti dei monaci e i visitatori, nei periodi di punta, sono anche 800 al giorno: da bambinetti a pensionati, uomini d'affari e giovani coppie, tutti pagano 6 euro l'ingresso, una cifra enorme se rapportata al costo della vita locale.
Gli animalisti di "Care for the Wild International" hanno tenuto sotto controllo per tre anni le "tigri del tempio". Il loro rapporto, "Lo sfruttamento della Tigre" è senza appello: i monaci sono responsabili di un "commercio illegale" di animali selvatici e maltrattano "psicologicamente" oltre che fisicamente le tigri che sono nel tempio. Anche il contatto con i turisti è "estremamente pericoloso" per i felini. Le tigri vengono lasciate per ore al sole e al caldo senza alcun tipo di protezione. Le gabbie di ferro e metallo sono piccole e trascurate. L'alimentazione non è adeguata alla specie animale.