mercoledì, febbraio 23, 2011

Amore in Thailandia è tabù

Al contrario di quanto molti pensano, la Thailandia rimane conservatrice in tema di sesso. Tra mille contraddizioni e ipocrisie
Uno dei più erronei luoghi comuni sulla Thailandia è che sia una specie di bordello a cielo aperto in cui praticare l'amore libero. Se si va oltre i quartieri a luci rosse, si scopre in realtà ben presto un Paese molto conservatore in tema di sesso e pieno di contraddizioni e ipocrisie, che una recente ondata moralizzatrice applicata al cinema – con trailer innocenti censurati e un film addirittura messo al bando – ha riportato a galla.

Certo: la Walking Street di Pattaya, Patpong e Nana a Bangkok, Patong a Phuket sono luoghi di perdizione, dove frotte di stranieri pagano per avere rapporti con ragazze (e ragazzi) spesso provenienti dalle campagne. Meno evidente, ma ancora più diffusa, è la prostituzione a beneficio degli uomini thailandesi - i “karaoke bar”, gli “entertainment complex” e le sale massaggi dove tutti sanno cosa c'è in offerta.

La prima contraddizione è che la prostituzione è proibita dalla legge, che vieta anche i sexy shop; in realtà, molte tra le strutture più popolari sono gestite da pezzi grossi dell'esercito e della polizia, che ne traggono enormi profitti anche tramite mazzette. (L'attuale ministro del Commercio – tra l'altro - è la figlia del proprietario del più grande “entertainment complex” di Bangkok). L'altra è che, nonostante interi villaggi vivano in sostanza con i soldi che le figlie mandano a casa dai loro “lavori in città”, le prostitute sono guardate malissimo dal resto della società, e in particolare dalle classi medio-alte di Bangkok (che poi magari si abbandonano nelle loro braccia alla sera).

Con il mondo del proibito ipocriticamente confinato nel suo recinto, la società thailandese rimane conservatrice nei rapporti di coppia. Baciarsi in pubblico è un tabù, e anche vedere coppie passeggiare mano nella mano è raro. La verginità prima del matrimonio è – almeno in teoria – un valore rispettato, anche se poi tra i giovani è prassi avere diverse storielle anche contemporanee a una relazione seria. Di recente, una statistica ha messo la Thailandia al secondo posto mondiale per ragazze madri tra i 15 e i 19 anni, anche per la totale assenza di educazione sessuale e la riluttanza dei genitori a toccare l'argomento.

Le autorità thailandesi sembrano però vivere in un loro mondo a parte, in cui i giovani vanno protetti dalle malvagie influenze della libidine e qualsiasi manifestazione di affetto va censurata. Nelle ultime settimane, dal trailer nei cinema del film “Love Julinsee”, una delle tante commediole adolescenziali che tanto vanno di moda qui, è stata tagliata le dolci scene in cui i giovani lui e lei – nell'obbligatoria divisa scolastica – si avvicinano per baciarsi; le immagini del bacio vero e proprio erano già state omesse dal regista per evitare polemiche, ma per i censori non è bastato.

Figuratevi la sorte toccata allora a “Insects in the backyard” (Insetti nel cortile sul retro), un film indipendente che conteneva esplicite scene di sesso tra uomini, bambini che si prostituiscono e meditano di uccidere il padre transessuale. Il regista – che voleva evidenziare le ipocrisie thailandesi sull'omosessualità e far riflettere sui pregiudizi - puntava a un'uscita limitata, con divieto per i minori di 20 anni; il National Film Board lo ha invece messo all'indice, proibendone la diffusione in Thailandia tout court, in quanto “contrario alla moralità”.

In tv, le contraddizioni sono ancora più assurde. Nelle soap opera thailandesi ci possono essere sanguinolente immagini di violenza, ma una scena d'amore tra i due protagonisti viene solo fatta intuire: musica e luci soffuse, sguardi languidi, lui e lei che magari si adagiano sul letto e poi... stop. Due secondi dopo magari si sono già rivestiti. Non si turba il pubblico pudore, si è capito: il problema è che poi arriva puntuale la scena in cui l'uomo sbatte la donna sul letto contro la sua volontà, soggiogandola per soddisfare le sue voglie. Di solito finisce che, per riparare allo stupro, la donna diventa la partner del violentatore o è costretta a farci affari. Amazing Thailand.

Link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=175&ID_articolo=93&ID_sezione=358&sezione=

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