Ma senza grosse novità, per questo non se ne parla: intanto si lavora a un modo perché non capiti più di "perdere" un aereo
Nell’Oceano Indiano, al largo delle coste dell’Australia Occidentale, sono tuttora in corso le ricerche del volo MH370 di Malaysia Airlines, scomparso l’8 marzo mentre era in viaggio da Kuala Lumpur (Malesia) a Pechino (Cina). Il principale mezzo di ricerca, la nave Ocean Shield, ha ripreso a effettuare le ricognizioni dopo avere trascorso alcuni giorni nel porto australiano di Rockingham per fare rifornimenti. A bordo della nave c’è il drone sottomarino Bluefin 21, che viene utilizzato per analizzare il fondale oceanico alla ricerca di qualche rottame dell’aereo, anche se per ora qualsiasi tipo di ricerca si è rivelata inutile.
Intervistato da CNN, il coordinatore delle ricerche Angus Houston, ha spiegato che le operazioni per il ritrovamento del Boeing 777 di Malaysia Airlines sono le più complicate nella storia recente. L’aereo era in volo con 239 persone a bordo sul Golfo di Thailandia quando smise di inviare segnali e di comunicare a terra. Solo diverse ore dopo la sua scomparsa fu dato l’allarme e furono avviate le ricerche, che non portarono a nessun risultato. Lo studio dei dati registrati dai radar militari e successivamente di quelli satellitari permise di scoprire che l’aeroplano aveva cambiato completamente rotta, dirigendosi prima verso ovest invece che verso est, in direzione di Pechino, e successivamente verso sud sull’Oceano Indiano.
Dopo giorni di ricognizioni in una zona identificata al largo dell’Australia Occidentale furono identificati alcuni “ping”, ultrasuoni provenienti dal fondale marino compatibili con quelli che vengono emessi dalle scatole nere degli aerei quando finiscono in acqua. I registratori di bordo hanno batterie con un’autonomia di circa 30 giorni e i “ping” furono rilevati negli ultimi giorni di carica delle batterie. Ne furono registrati quattro in diverse circostanze, ma secondo alcune nuove analisi, solo i primi due potrebbero essere affidabili per le ricerche.
Nell’intervista di CNN, Houston suggerisce cautela e di non scartare con troppa leggerezza le informazioni ottenute dall’analisi di tutti e quattro i segnali rilevati sott’acqua: “Per ora è presto per escludere uno dei segnali captati, le analisi su tutte e quattro le rilevazioni proseguono”. Houston ha poi aggiunto che la ricerca richiederà molto tempo, ma che ulteriori analisi sui dati raccolti fino a ora, anche con i satelliti, potrebbero contribuire a isolare meglio l’area delle ricerche, che continua comunque a essere estesa diverse migliaia di chilometri quadrati. Prima di trovare qualcosa, dicono diversi osservatori, potrebbe essere necessario almeno un anno di ricerche.
Inmarsat, la società che ha dato con i suoi satelliti un contributo fondamentale per ricostruire gli spostamenti stimati del volo MH370, ha annunciato di essere disponibile per fornire un sistema gratuito per rilevare d’ora in avanti la posizione degli aerei di linea in volo, in modo che non sia più possibile perdere completamente le tracce di un aeroplano. I responsabili della società hanno spiegato che il sistema potrà permettere di stabilire la posizione di un aereo utilizzando il GPS e di trasmettere le informazioni attraverso la rete satellitare Inmarsat, con informazioni sulla direzione, la velocità e l’altitudine di crociera. La frequenza di aggiornamento del sistema sarebbe di 15 minuti, sufficiente per non perdere di vista i voli di linea.
Il vicepresidente di Inmarsat, Chris McLaughlin, ha detto a BBC che questa soluzione non avrebbe alcun costo aggiuntivo per le compagnie aeree, che utilizzano già la rete di satelliti della società per altri servizi. Fino a ora le autorità che regolamentano l’aviazione civile e le stesse compagnie aeree avevano sostenuto che sistemi per tracciare gli aeroplani in tempo reale con sistemi satellitari sarebbero stati troppo costosi.L’offerta di Inmarsat è stata presentata nel corso di una riunione dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO), proprio sul tema di come tracciare i voli di linea mentre sono in viaggio con sistemi alternativi a quelli radio e radar tradizionali. Per fare funzionare il sistema proposto dalla società satellitare, ogni aereo dovrebbe comunque trasmettere periodicamente ai satelliti i dati sulla propria posizione. Inmarsat si è offerta di coprire i costi stimati in 3 milioni di dollari l’anno. La società fa da tempo qualcosa di simile per il traffico marino, gestendo gratuitamente i segnali di emergenza inviati dalle navi.
Fonte: http://www.ilpost.it/2014/05/13/volo-mh370-inmarsat/