venerdì, maggio 27, 2011

I thailandesi vogliono comperare la Rinascente

L'ingresso del rinnovato Central World di Bangkok (Afp)
L'ingresso del rinnovato Central World di Bangkok (Afp)

BANGKOK - Il volto dorato di una donna dalle labbra rosse e gli occhi sgranati è divenuto un simbolo. Come una fenice rinascente. Quella scultura davanti al Central World di Bangkok è scampata al rogo che il 19 maggio 2010 ha trasformato in cratere uno dei più grandi shopping-mall del sud-est asiatico. In un paese come la Thailandia, dove politica ed economia sono spesso connesse al mondo degli Spiriti, appare un presagio.

Meno di un anno dopo, il Central Group of Companies, proprietario del mall, ha presentato un'offerta d'acquisto per La Rinascente di 250 milioni di euro. L'operazione sembrava sospesa in seguito alla richiesta d'arbitrato presentata da Maurizio Borletti, nipote del fondatore e titolare del 4%. Ma il giudice ha rifiutato l'istanza di Borletti e domani si terrà l'assemblea in cui la holding che controlla La Rinascente (Investitori Associati, Rreef-Deutsche Bank e Prelios) è decisa a dare via libera alla vendita.

L'incendio che nel maggio scorso aveva oscurato lo skyline di Bangkok era stato appiccato in reazione all'attacco dell'esercito alle barricate dei "rossi", i manifestanti che occupavano il centro commerciale della capitale. Oggi un'ala del Central World è stata già riaperta e il blocco bruciato è in ricostruzione. Il gruppo Central ha chiuso il 2010 con un totale di vendite nei suoi maggiori settori di 119 miliardi di baht (circa 2 miliardi e 800 milioni di euro), un incremento dell'8% e una previsione di crescita del 12%. Sempre nel 2010 è stato aperto un nuovo albergo e sono stati stanziati 425 milioni di euro per i prossimi cinque anni destinati a centri commerciali in Cina, dove il Central Group è già presente nella "New City" di Qianjiang.

La storia del Central Group è dunque una metafora dello spostamento di potere dall'Occidente all'Asia e dell'evoluzione del sud-est asiatico. Ancor più aiuta a comprendere la Thailandia, nell'immaginario occidentale dominata dagli stereotipi. Se L'offerta d'acquisto fosse venuta da una società cinese o indiana avrebbe suscitato meno stupore. Oltre il sorriso, le spiagge, il sesso e le turbolenze politiche, la Thailandia è invece una nazione che mantiene un tasso di crescita del 7%, il cui ministro delle finanze Korn Chatikavanij è stato indicato tra i candidati asiatici alla direzione del Fondo Monetario Internazionale.

Il Central Group of Companies, poi, è rappresentativo dell'economia thai, definibile nell'intreccio di valori asiatici e cultura anglosassone. È una holding-conglomerato familiare composta da società di vendita al dettaglio, immobiliari, alberghiere e di ristorazione. La sussidiaria Central Retail Corporation, che ha presentato l'offerta per La Rinascente, è una delle maggiori società di vendita al dettaglio dell'Asia, diffusa sul territorio con tre catene di grandi magazzini, due di supermercati e cinque di negozi specializzati. Il gruppo e la famiglia che lo incarna, la Chirathivat, s'intrecciano a loro volta alla storia contemporanea thai. Tanto da essere citati in A History of Thailand di Chris Baker e Pasuk Phongpaichit, quale segno di snodi sociali, economici e culturali.

Tutto comincia nel 1927, quando Tiang Chiratiwat, giovane emigrato dalla Cina, apre una bottega nella Chinatown di Bangkok chiamandola Tong Yang, antica parola che significa "potere e autorità". Vent'anni dopo il "figlio anziano" di Tiang, Samrit, persuade padre, fratelli e sorelle ad aprire un piccolo negozio di giornali e libri internazionali accanto all'Oriental Hotel, allora l'unico per clientela cosmopolita: i primi turisti e uomini d'affari, trafficanti e agenti segreti. Poco a poco Samrit allarga l'attività, importando merci ancora sconosciute in Thailandia. Cambia anche nome: sceglie Central perché gli sembra coniugare sia il concetto di "Tong Yang" sia la sua volontà di "portare la Thailandia nel mondo moderno". Nel 1956 la famiglia Chirathivat apre il primo Central Department Store e nel 1968 una sede nella centralissima Silom Road.

Come scrive Chris Backer, era il simbolo del «nuovo entusiasmo per i beni di consumo occidentali nell'era del predominio americano in Thailandia». Seguono "i giorni del dragone", del grande sviluppo, quando Sudhitham, figlio di Sarim, continua la tradizione di famiglia e costituisce l'attuale gruppo di cui è presidente esecutivo. Nel frattempo, nota Chris Backer, erano diventati non solo accettabili ma auspicabili i matrimoni tra le grandi famiglie imprenditoriali e quelle della nobiltà Thai. Accadde anche per i Chirathivat, che divennero ammart, membri dell'aristocrazia. Il che potrebbe spiegare perché, durante la rivolta dei rossi, che assunse anche l'aspetto di confronto tra i prai, il popolo, e gli ammart, siano state prese di mira diverse società dei Chirathiwat. Secondo alcuni analisti, però, il movente andrebbe cercato soprattutto nell'ostilità dell'ex premier Thaksin - considerato la mente e la borsa dei rossi - verso la famiglia Chirathivat. Forse per questioni immobiliari. O forse perché, come nota un finanziere di Bangkok: «La famiglia Chirathivat non voleva stabilire rapporti con Thaksin. Loro sono troppo grandi per kow how, inchinarsi di fronte a lui».

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

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