lunedì, aprile 02, 2012

Birmania vero la democrazia...

La leader dell'opposizione al regime avrebbe vinto il suo seggio con oltre l'82% delle preferenze. Ottimi risultati per il suo partito in tutto il Paese. Manca il dato ufficiale, ma già si è radunata una piccola folla sotto l'abitazione della premio Nobel per festeggiarla. La Clinton plaude al risultato: "Ora si lavori a nuove riforme"

RANGOON - Si sono chiusi in Birmania i seggi nei 45 collegi dove si è votato per le elezioni suppletive che, anche se manca la conferma ufficiale, vedranno l'ingresso di Aung San Suu Kyi 1 in Parlamento. Una consultazione, quella odierna, che segna lo spartiacque rispetto a più di un ventennio di repressione: dalla rivolta studentesca del 1988 alla "rivoluzione zafferano" dei monaci del 2007. La leader della Lega nazionale per la democrazia, tornata libera nel novembre 2010 dopo 15 anni trascorsi tra carcere e arresti domiciliari, avrebbe ottenuto l'82% dei voti nella sua circoscrizione di Kawhmuha, e l'opposizione ha fatto sapere di essere in testa in tutte le 44 circoscrizioni in cui ha presentato un candidato. Lo ha fatto sapere Soe Win, funzionario del partito Ndl.

Si tratta delle terze elezioni in mezzo secolo in Birmania e potrebbero segnare una tappa importante nel cammino del Paese asiatico verso la democrazia. Le elezioni devono assegnare 45 seggi su 1160. La giunta militare di Rangoon, che da anni governa il Paese, ha il diritto al 25% dei seggi. Secondo primi risultati non ufficiali San Suu Kyi avrebbe ricevuto 270 voti contro i 37 del candidato dell'Usdp, il partito del regime.

Al momento non si riportano irregolarità anche se la stessa leader dell'opposizione aveva avvertito sulla possibilità di brogli elettorali. Intanto a Rangoon migliaia di sostenitori sono scesi davanti all'abitazione della
premio Nobel per festeggiare l'elezione. Liberata nel novembre 2010 dopo sette anni agli arresti domiciliari (15 invece passati in detenzione) San Suu Kyi, 66 anni, è tornata a combattere per il suo popolo con il rilancia della sua Lega Nazionale per la Democrazia (Nld). "Siamo in testa in tutte le circoscrizioni" esultano i sostenitori della Lega nazionale.

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Il nuovo presidente, l'ex generale Thein Sein alla guida di un governo formalmente civile, negli ultimi mesi ha fatto aperture fino ad oggi impensabili: la liberazione dei prigionieri politici, l'allentamento della censura per i media, la legalizzazione della Lega Nazionale per la Democrazia, accordi importanti con i gruppi armati delle minoranze etniche.

La vera sfida, però, inizierà dopo il voto: il presidente Thein potrebbe offrire ai democratici incarichi di governo, ma resta sempre il pericolo di una restaurazione come quella del 1990, quando le elezioni vinte da Suu Kyi furono annullate e fu imposta la legge marziale. E' probabile che con le sue aperture il regime abbia voluto sottrarsi all'abbraccio soffocante della Cina, il suo maggiore alleato regionale, puntando a ottenere dall'Occidente la revoca delle sanzioni economiche ancora in vigore.

Positive le prime reazioni internazionali. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton si è congratulata con il popolo della Birmania per aver partecipato al processo elettorale e ha invitato i leader del Paese a lavorare ancora per la trasparenza e ad altre riforme. Il voto è un segnale "molto incoraggiante", per Malgorzata Wasilewska, membro della missione europea invitata a osservare le elezioni, che ha visitato 12-14 seggi a Rangoon e in periferia. "Tuttavia non è sicuramente sufficiente per definire come siano andate le cose nel resto del Paese e sicuramente non abbastanza per parlare di credibilità delle elezioni", ha aggiunto.

Link: http://www.repubblica.it/esteri/2012/04/01/news/birmania_elezioni-32558798/
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