sabato, aprile 04, 2009

Sale la tensione al tempio di Preah Vihear.

Il tempio della discordia reclama nuove vittime ed ora Thailandia e Cambogia temono una guerra vera. Ieri mattina intorno al tempio di Preah Vihear, assegnato alla Cambogia dalla Corte internazionale, ma circondato da scoscesi dirupi coperti di giungla che la Thailandia considera esclusivamente suoi, si sono combattute due sanguinose battaglie. Alla fine degli scontri, i primi dopo quelli combattuti lo scorso ottobre, il bilancio resta incerto e confuso. Secondo i portavoce cambogiani quattro soldati thailandesi sono stati uccisi e 10 catturati. Il ministero degli Esteri thailandese ammette due morti e sette feriti, ma smentisce la cattura di quei dieci uomini. Il primo vero scontro armato scoppia verso le sette di ieri mattina quando i cambogiani aprono il fuoco su una sessantina di militari thailandesi intenti, secondo la versione di Bangkok, a perlustrare la zona in cui era rimasto ferito un loro commilitone, che aveva perso una gamba saltando su una mina. La seconda battaglia, assai più intensa e sanguinosa, si accende intorno ad un mercatino di confine sul lato cambogiano. La radura, punto di ritrovo abituale per i venditori khmer che sopravvivono grazie a piccoli commerci con i militari, si trasforma nell’obbiettivo, dicono i portavoce di Phnom Penh, di una rappresaglia thailandese. Ad aver la peggio sono i soldati di Bangkok sommersi da una tempesta di raffiche di mitragliatrice e di razzi anticarro e costretti a ritirarsi portandosi dietro almeno un morto e sette feriti. La disputa dura dal 1962, quando la Corte internazionale attribuì alla Cambogia il controllo delle rovine di Preah Vihear, un luogo sacro indù appollaiato sulla cima di un’inaccessibile scarpata che precipita per 600 metri nella giungla ed è insormontabile per chiunque tenti di raggiungerla dai territori cambogiani. La disputa si è riaccesa lo scorso 15 luglio dopo la delibera dell’Unesco che ha deliberato la trasformazione del tempio in patrimonio mondiale dell’umanità e ha imposto alla Thailandia di garantire un passaggio sui propri territori per permettere l’accesso tempio.Lo scorso ottobre una prima serie di duri scontri armati aveva causato l’uccisione di quattro soldati.
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