sabato, agosto 12, 2006

Morto il principe Kiko Furstenberg, detenuto in carcere di Bangkok.

Una morte insolita per un rampollo la cui vita 'dorata' si svolgeva negli ultimi tempi tra le Hawaii e le bianche spiagge della Thailandia. In una cella sovraffollata, su una branda di un letto castello. Il suo cuore si è fermato all'improvviso. Aveva 50 anni, era nato a Losanna, in Svizzera, l'8 novembre 1956.
Una tragedia complicata e resa ancora più misteriosa dal fatto che le autorità thailandesi si oppongono al trasferimento della salma nella tomba di famiglia a Marbella. E Ira Furstenberg, che in queste ore si trova a Bangkok con il conte Gaddo Cardini Lenzi Orlando, ha già annunciato battaglia.
Non era un amante dei 'riflettori' Kiko, rampollo nelle cui vene il sangue blu degli Hohenlohe si mescolava a quello, di orgine materna, della casa Agnelli. Era, invece, un ferivido appassionato di viaggi. Parigi, Ginevra e soprattutto gli splendidi atolli delle Hawaii le sue mete predilette, all'insegna di un'esistenza 'dorata' ma discreta, lontano da scandali e flirt da prima pagina.
Certo ben diversa da quella della madre Ira Fursteberg, alla ribalta già alla tenera età di 15 anni, quando il mondo intero si innamorò della bellissima sposa-bambina che nella laguna di Venezia si era unita con nozze da favola al principe Alfonso. E lontana anche dalla 'versatilità' dell'estroverso fratello Hubertus, fotografo, campione di sci e musicista, di tre anni minore di lui.
Ma proprio al fratello Hubertus 'Kiko' era molto legato, malgrado le sue lunghe permanenze all'estero lontano dalla famiglia. In Thailandia era arrivato intorno a metà luglio con un obiettivo preciso: frequentare un celebre centro benessere per perdere quei chili in più che ormai costituivano la sua ossessione.
Dopo una decina di giorni trascorsi a Bangkok, aveva deciso di ritornare alle cristalline spiagge delle Hawaii che da tempo aveva eletto a sua residenza abituale. Ma il volo per Honolulu era risultato pieno e il rampollo degli Hohenlohe era stato costretto a rimandare la partenza. Intanto il visto di ingresso era scaduto. E allora, Christoph commette un'imperdonabile imprudenza: con la penna falsifica la data, scrivendo quella del 6 agosto.
La polizia se ne accorge, lo perquisisce, lo arresta e lo rinchiude nella cella dove è rimasto per una settimana, fino a domenica scorsa, quando un malore lo ha stroncato per sempre. Nessuna certezza ancora sulle cause del decesso: forse un'infezione o una grave crisi dovuta alla mancanza di insulina. Ciò che è certo, invece, è che il giudice ha rifiutato la cauzione dei Furstenberg, giunti a Bangkok in gran fretta, e ha confermato il carcere per il nobile tedesco.
Venerdì la madre Ira, con l'intermediazione dell'ambasciata, è riuscita ad ottenere un colloquio con 'Kiko', che le ha raccontato di come fosse disperato e umiliato e di quanto facesse caldo in quella cella con altri 40 reclusi, tra cui spacciatori e criminali 'efferati'. Ma l'attrice che recitò con Pasolini, Lattuada e Negulescu, non è riuscita a districarsi nella foresta burocratica thailandese e a tirare fuori in tempo il suo rampollo.
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