Fonte Ansa http://www.ansa.it/
WASHINGTON - E' sfumata la speranza di risolvere il mistero dell'assassinio della piccola JonBenet Ramsey, la baby-modella di sei anni strangolata la notte di Natale di dieci anni fa in una villa miliardaria del Colorado. Le autorità hanno rinunciato ad incriminare per l'omicidio John Mark Karr, il maestro pedofilo che due settimane fa aveva confessato di essere responsabile dell'omicidio, dopo avere accertato col test DNA che non si tratta dell'assassino. Il maestro è rimasto comunque in carcere per essere processato in California per possesso di materiale pornografico raffigurante minorenni.
I test di laboratorio, basati sui capelli e la saliva prelevati al sospetto dopo il suo arresto, hanno dimostrato che il DNA di Karr non corrisponde a quello dell'assassino (ottenuto dalla polizia analizzando i tessuti rimasti sotto le unghie della piccola che aveva cercato di difendersi).
Karr era stato arrestato a Ferragosto in Thailandia e portato dalla polizia americana prima in California e quindi in Colorado, scena dell'omicidio che per anni ha ossessionato l'opinione pubblica ed i media, dove era prevista ieri la sua comparsa in tribunale per la incriminazione formale.
Ma l'accusa ha fatto sapere, con un colpo di scena, che Karr non sarà incriminato perché il DNA non corrisponde: la sua 'confessione', che aveva fatto sperare di risolvere il giallo, é in realtà frutto del suo desiderio di entrare in qualche modo nella vicenda che lo ossessiona da molti anni.
Karr aveva avuto in passato problemi con la legge americana per possesso di pornografia infantile. Il maestro ha perso più volte il posto di lavoro per il suo modo di trattare i bambini: a volte con eccessiva severità, a volte con una dolcezza ai confini con la morbosità. Da alcuni mesi si trovava in Asia e aveva ottenuto un lavoro di insegnante elementare in Thailandia in una scuola per stranieri.
Dubbi erano emersi ben presto, dopo la sua clamorosa confessione di essere l'assassino della piccola ("Ero accanto a lei quando è morta - aveva detto - E' stata una disgrazia. L' amavo tanto") perché alcuni familiari avevano detto che il 26 dicembre 1996, quando era stata uccisa la piccola modella, Karr si trovava con i congiunti.
Le autorità americane avevano prelevato campioni DNA da oggetti trovati nel suo appartamento in Thailandia ma non erano riusciti ad ottenere da Karr il consenso di effettuare un test più accurato prelevando campioni di saliva. Paradossalmente quando il maestro si era infine convinto a farsi prendere la saliva gli agenti Usa non disponevano del kit necessario per effettuare il prelievo. Solo al suo arrivo in Colorado gli inquirenti erano riusciti a fare il test. I risultati, arrivati ieri, hanno mostrato che il maniaco si è inventato tutto.
Erano stati alcuni messaggi e-mail inviati da Karr ad un professore universitario del Colorado che aveva girato tre documentari sul giallo della uccisione della piccola JonBenet ad attirare la attenzione degli inquirenti sul maestro pedofilo.
Il giallo della uccisione della baby-modella resta quindi ancora tutto da essere risolto. La polizia del Colorado aveva seguito inizialmente la pista (poi rivelatasi sbagliata) della colpevolezza dei genitori della bimba che erano stati poi scagionati. Ma il tempo perduto seguendo la pista sbagliata aveva reso poi più difficile mettersi sulle tracce del vero assassino. La 'confessione' di Karr aveva dato l'illusione che il velo del mistero sulla morte, incomprensibile, della bimba potesse essere risolto. Ma Karr si è rivelato soltanto un mitomane. Il mistero continua. E forse non sarà mai risolto