In occasione di un meeting nel più importante centro di vacanze della costa tailandese per parlare del restauro e della gestione della barriera corallina un anno dopo lo tsunami asiatico, la sezione tailandese del WWF ha annunciato la scoperta barriera corallina fino ad oggi ignota nella vicina provincia di Phang-nga.
La scoperta è stata fatta nel gennaio di quest'anno da un gruppo di subacquei del WWF, che ha fatto tesoro delle informazioni fornite dai pescatori locali. Un rapido sopralluogo iniziale ha permesso d'individuare oltre 270 ettari di barriera, fino ad oggi sconosciuta e relativamente in buono stato, con oltre 30 specie di coralli e almeno 112 specie di pesci di 56 famiglie differenti, inclusi il pesce pappagallo Chlorurus rakaura, scoperto nello Sri Lanka e mai visto prima in Thailandia, e una rara specie di Plectorhincus macrospilus, un labride segnalato solo nelle isole Similan. Il futuro potrebbe riservare altre sorprese.
“I contatti con i pescatori di una più ampia zona ci consentiranno di scoprire barriere coralline ancora più importanti, non ancora cartografate o protette dalle autorità”, ha detto Songpol Tippayawong, capo della Thailand Marine and Coastal Conservation Unit del WWF thailandese, che ha poi precisato: “Se opportunamente gestita, la barriera, che i subacquei possono facilmente raggiungere dalla vicina Khao Lak, può diventare un sito privilegiato per le immersioni e al tempo stesso un'importante fonte di entrate per la comunità locale”.Il WWF lavora in stretta collaborazione con il Department of Marine and Coastal Resources, il Department of National Parks, le comunità locali e i subacquei per arrivare a un'efficace gestione della barriera, che potrebbe essere presto inclusa in un parco marino. Tra gli impegni previsti: studi e ricerche più approfondite, il restauro delle aree degradate, la sistemazione di boe d'ormeggio per i natanti dei subacquei, la valutazione delle capacità di trasporto e la messa a punto di un sistema di "diritti d'immersione" da destinare alle attività di conservazione a locale. Il 19 febbraio, con l'appoggio tra l'altro della marina reale thailandese, una ventina di subacquei hanno presenziato alla rimozione di rottami marini dalla barriera e al rilascio di 100 tridacne giganti. “Si tratta di una barriera spettacolare, ed è eccitante pensare che potrebbero esistere ancora altre aree simili in attesa di essere scoperte”, ha dichiarato Robert Mather del WWF. Il WWF Thailandia ringrazia l'UNEP (il programma ambientale dell'Onu) e il progetto “Green Coast”, finanziato con fondi pubblici olandesi, per il sostegno economico al lavoro che ha permesso questa scoperta.