venerdì, maggio 26, 2006

Per risolvere la crisi politica il re Thailandese si rivolge alla Corte suprema



Il re thailandese Bhumibol Adulyadej respinge l’invito delle opposizioni a nominare un nuovo Primo ministro dopo le dimissioni di Thaksin Shinawatra, e dichiara che devono essere le corti, e non il sovrano, a risolvere la situazione e a decidere come tornare al regolare ripristino del parlamento, sciolto il 24 febbraio scorso.
Il re ha inoltre incontrato la Corte suprema prima che questa inizi la discussione sugli esiti del voto e su come tornare alla normalità.
“Utilizzare l’articolo 7 per chiedermi di nominare il Primo ministro non è corretto”, dichiara il re. “L’articolo 7 afferma: ‘ciò che non è regolato dalla costituzione andrebbe compiuto in linea alle tradizioni’. In questo caso è dovere della Corte suprema, e delle altre corti, considerare il caso e decidere quale dovrebbe essere la soluzione del problema, nel rispetto della vera democrazia. Nell’affermare questo non intendo dire che l’attuale governo non è capace, ma in una vera democrazia non ci può essere un solo partito per cui votare”.
Infatti in alcuni distretti, a causa del boicottaggio delle opposizioni, il partito dell’ex Primo ministro Thaksin non ha avuto opposizione. “La presenza di un solo candidato di un singolo partito non è accettabile a livello internazionale.
Non è né corretto né democratico - continua re Bhumibol - quindi i componenti della Corte suprema dovrebbero decidere qual è la soluzione appropriata nel rispetto della regola democratica, altrimenti il Paese crollerebbe in una rovina totale”.
Re Bhumibol Adulyadej aggiunge inoltre che non ha intenzione di assumere in prima persona la testa dell’esecutivo.
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