venerdì, giugno 20, 2008

Accordi bilaterali Italia-Thailandia sono possibili?

TESTO E COMMENTO TRATTI DAL SITO: http://www.visaforthai.com/


Ho trovato questo interessante articolo e mi son detto, adesso scrivo un bel commento, quindi leggiamolo insieme e di seguito postero' il commento che ho spedito alla redazione di "Politicamente corretto".

Leggiamo:

Le tasse occorre pagarle, ma certamente non due volte

On. Marco Fedi on 18 Giugno, 2008 14:36:00

“È possibile che una convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni fiscali, di fatto, produca una doppia imposizione? I fatti dimostrano che non solo è possibile ma, secondo l’INPS e l’agenzia delle entrate è anche plausibile, accettabile e perpetrabile ai danni, spesso, di pensionati e lavoratori residenti all’estero” – ha dichiarato Marco Fedi, eletto per il Partito Democratico nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide.

“La questione torna ad essere sollevata in una interrogazione, presentata per la situazione in Thailandia nella seduta della Camera del 17 giugno, ma che purtroppo riguarda anche altri Paesi come il Lussemburgo, la Francia, la Svezia e, anche se in termini diversi, il Canada” – ha ricordato Fedi. “Nell’interrogazione si chiede quali iniziative il Governo intenda adottare per dare risposta al problema della doppia imposizione in Thailandia anche in presenza di una definitiva interpretazione da parte dell’agenzia delle entrate”. “Cominciamo a dare soluzione ai casi in cui vi è un evidente errore nell’applicazione delle norme e quindi consentire unicamente la tassazione nel paese di residenza per le pensioni corrisposte in Thailandia. Sarà necessario poi definire anche il regime dell’imposizione fiscale per gli altri Paesi partendo dal presupposto che le tasse occorre pagarle ma certamente non due volte” – ha concluso l’On. Marco Fedi.

Ecco il testo dell’interrogazione sulla questione Thailandia.

18 giugno 2008

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00372
presentata da
MARCO FEDI
martedì 17 giugno 2008 nella seduta n.018


FEDI e BUCCHINO. -

Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

- Per sapere - premesso che:

l'Italia ha stipulato una serie di Convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni fiscali;

tali Convenzioni stabiliscono quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell'altro;

tali Convenzioni si applicano anche alle pensioni e di norma stabiliscono che le pensioni debbano essere tassate una sola volta e, se pensioni private, dallo Stato di residenza - sono pensioni private quelle corrisposte da enti, istituti od organismi previdenziali italiani (ad esempio Inps) preposti all'erogazione del trattamento pensionistico;

la Convenzione con il Thailandia contro le doppie imposizioni fiscali è in vigore dal 31 maggio 1980;

tale Convenzione, all'articolo 18, stabilisce che:

«Articolo 18 - Pensioni.

1. Salve le disposizioni del paragrafo 1 dell'articolo 19, le pensioni e le altre remunerazioni analoghe pagate ad un residente di uno Stato contraente in relazione ad un cessato impiego sono imponibili soltanto in questo Stato.
2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1 le pensioni e le altre remunerazioni analoghe percepite da un residente di uno Stato contraente sono imponibili nell'altro Stato contraente se l'onere di tali pagamenti è sostenuto da un'impresa di detto altro Stato o da una stabile organizzazione ivi situata».

dal comma 1 dell'articolo 18 si evince in maniera palese il principio di tassazione esclusiva delle pensioni dell'Inps nel Paese di residenza sono tassate invece alla fonte le pensioni «pubbliche» (dello Stato o di Enti locali) e quelle aziendali;

tale interpretazione è stata suffragata dal parere espresso il 9 novembre 2005 dall'Agenzia entrate, Direzione centrale normativa e contenzioso, Ufficio fiscalità internazionale, Prot. 2005/160021, ove ad uno specifico quesito risponde che nel caso delle pensioni dell'Inps «non può revocarsi in dubbio l'applicazione dell'articolo 18, paragrafo 1, della Convenzione, in cui si stabilisce il principio di tassazione esclusiva nel Paese di residenza»;

nonostante la chiarezza della normativa ed il parere dell'Agenzia delle Entrate, l'Inps continua impropriamente, secondo gli interroganti in maniera difforme dalla normativa, a tassare alla fonte le pensioni dei pensionati italiani residenti in Thailandia;

siamo di fronte ad una evidente ingiustizia ed inosservanza della Convenzione che si protraggono da quasi dieci anni e che hanno generato così una assurda situazione di doppia tassazione delle pensioni degli italiani che vivono in Thailandia -:

quale urgente misura od iniziativa si intenda adottare per chiarire in maniera inequivocabile e definitiva, a 28 anni dalla entrata in vigore della Convenzione italo-thailandese contro le doppie imposizioni fiscali, il significato dell'articolo 18 di tale Convenzione e prescrivere all'Inps il rispetto della normativa che prevede la detassazione delle pensioni dell'Istituto pagate in Thailandia e la tassazione solo dal Paese di residenza.

Segretario III Commissione Affari Esteri e Comunitari

www.politicamentecorretto.com

Il mio commento personale inviato come vi ho detto alla redazione di questo giornale online:

Lettura interessante, peccato che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, direte voi, invece no, c'è di mezzo la logica e la buona volontà di costrure una reciprocità tra i due Stato e Regno.

La definizione di RESIDENTE, in Thailandia non calza, eh si perchè non basta iscriversi all''AIRE (anagrafe italiani residenti estero) dell'Ambasciata Italiana in quel di Bangkok, per quanto riguarda il Regno di Thailandia, il signore che raggiunta l'età della pensione decida di trasferirsi e spendere i suo soldi li, non è un RESIDENTE ma bensì un ospite più o meno gradito a seconda di quanto disponga.

I requisiti per l'ottenimento di una estensione annuale in Thailandia sono quelli di possedere un conto di 800000 baht (16000 euro circa) su un libretto di risparmio Thai, oppure di percepire una pensione documentabile di 65000 baht al mese (1300 euro circa), oppure per quelli che non arrivano a 1300 euro possono fare l'uno e l'altro (es 1000 euro più 3600 euro su un libretto di risparmio).

Molti "pensionati", che per i Thai sono definibili così dai 50 anni in su, purchè posseggano il reddito specificato, non si preoccupano di fare neanche questo, pur di non iscriversi all'AIRE, che ricordiamo riduce ai minimi livelli l'assistenza sanitaria Italiana, si procurano visti alternativi "Non Immigrant O" multi-entrata, che gli permettono di fare dentro e fuori ogni tre mesi per essere legittimati a rimanere nel regno.

Ricordiamo che le strutture ospedaliere in Thailandia o vedono il grano o fuori!

Le assicurazioni i vecchi non li vogliono neanche vedere, o le coperture fanno ridere i polli!

La mancanza assoluta di reciprocità ed accordi bi-laterali tra Italia e Thailandia è a dir poco imbarazzante, io stesso dopo 8 anni di permanenza qui, sposato con cittadina Thai e padre di cittadina Thai, sono attualmente costretto a effettuare costosi viaggi, l'ultimo in Australia, per procurami Visti degni di essere chiamati tali, quello che ho in questo momento è lo stesso che citavo sopra, un Non Immigrant O Multiplo che mi consente di rimanere 90 gg. dopodichè devo uscire per lo stato confinante più vicino e rientrare... questo è semplicemente RIDICOLO!!!

Io ogni 90gg devo andare in Birmania percorrendo tra andata e ritorno oltre 600 km, mettendo a rischio la mia incolumità personale, visto come guidano in questo paese, patenti comprate o comunque regalate, altar vergogna è che fino a pochi anni fa le patenti Thai venivano convertite in quelle Italiane... pensate un po' chi avete messo sulla strada, invece gli Italiani sempre tartassati... con scuole guida che chiedono cifre vergognose e senza controlli.

Concludo dicendo che mia moglie è diventata cittadina Italiana dopo meno di 2 anni sul territorio italiano, siamo sposati da 16 e viviamo in Thailandia da 8... io non posso nemmeno avere la residenza, ed anche se ne avessi i requisiti impossibili da raggiungere per me in questo momento, dovrei anche pagare 200000 baht (4000 euro circa), buttati nel gabinetto, ma che pagherei volentieri se non fosse per il fatto che bisogna avere avuto un estensione annuale per 3 anni consecutivi (non li ho perchè non rientro nei parametri)
e poi passare l'esame di una commissione che decide in base a questo o quello di dare o non dare la residenza... e ripeto RESIDENZA, non CITTADINANZA.

Meditate gente, meditate!

Ad Majora, Ivan
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