venerdì, febbraio 04, 2011

Le "camicie gialle" hanno promesso di intensificare le proteste...


THAILANDIA - Le ‘camicie gialle’ tailandesi hanno promesso di intensificare le proteste se il governo di Bangkok non reagirà alla condanna a otto anni di carcere comminata da un tribunale cambogiani a due leader del movimento, arrestati in una zona di confine contesa tra i due Paesi. “Il governo ha tre giorni per rispondere alle nostre richieste, tra cui il rimpatrio dei due condannati”, ha detto il portavoce del movimento, Parnthep Pourpongpan. Da una settimana centinaia di camicie gialle sono accampate attorno ai palazzi del governo, accusato di essere troppo morbido nella disputa territoriale con Phnom Penh, e preparano una grande manifestazione per sabato. La scorsa settimana il movimento aveva portato per strada oltre 30mila, con la promessa di manifestare ad oltranza qualora le loro richieste non fossero state accolte dal primo ministro, Abhisit Vejjajiva un tempo loro alleato.

Martedì l’attivista nazionalista,Veera Somkwamkid e il suo segretario, Ratree Pipattanapaib sono stati condannati per essere entrati illegalmente in Cambogia. Assieme ad altri cinque compagni, tra cui un parlamentare, sono stati arrestati a dicembre durante un’ispezione vicino al luogo su cui sorge il tempio di Preah Vihear. Risalente all’undicesimo secolo d.C., il tempio, dedicato al dio Shiva, è considerato uno dei capolavori dell’architettura Khmer. Nel 1962, una pronuncia della Corte di giustizia internazionale assegnava il luogo di culto alla Cambogia. Una scelta mai del tutto accettata da Bangkok che considera il tempio uno dei tesori della propria tradizione culturale e agita l’argomento della sovranità sull’area per alimentare il sentimento nazionalista. Con la decisione dell’Unesco a luglio 2008 di dichiarare Preah Vihear patrimonio mondiale dell’umanità, la contesa tra i due Paesi si è acuita e ha sfiorato più volte lo scontro armato negli ultimi tre anni

Conservatori e fedeli alla monarchia i gialli, riuniti nell’Alleanza del popolo per la democrazia (PAD), furono gli animatori delle manifestazioni che crearono le condizioni per il golpe contro l’ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006 e ora in esilio per sfuggire a un processo per corruzione. Nell’autunno di due anni fa la decisione del primo ministro cambogiano, Hun Sen, di nominare Thaksin suo consigliere economico sfociò in una crisi diplomatica tra Bangkok e Phnom Penh, rientrata quando l’ex primo ministro tailandese si dimise dall’incarico, ufficialmente per motivi personali.

Fonte: NTNN.info

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