lunedì, gennaio 11, 2010

LIBERTA' è una parola che si scrive ancora in maiuscolo.


La Secret War del Laos
di Barbara Lisci

Nessuno ne parla

Questa storia è ignorata dalla maggior parte degli italiani: i giornali non ne parlano, le emittenti televisive tacciono, i politici di destra e sinistra troppo indaffarati ad insultarsi, querelarsi, colludersi.

Eppure, in uno spicchio di mondo, si sta compiendo il più atroce e sanguinoso genocidio degli ultimi trent'anni. Non perché vi sia una classifica che lo ripone ai vertici, ma perché da trent'anni dura e persiste.

Andiamo a ritroso: vi ricordate la Guerra del Vietnam? All'interno di essa, nel Laos, germogliava la “Secret War”, nella quale la C.I.A. assoldava migliaia di contadini-montanari di etnia Hmong, promettendo loro un futuro americano e chiedendo in cambio di contrastare il dilagante comunismo.

Ma le cose, come è noto, non andarono per il verso giusto. L'America accolse solo 250 mila Hmong, gli altri restarono in Laos, attaccati, cacciati e torturati come animali. Negli ultimi trent'anni, il governo comunista al potere di Pathet Lao sta decimando gli ultimi Hmong superstiti.

Pochi sono i reali combattenti della Secret War degli anni '70: sono rimasti i loro figli e i loro nipoti, che vivono, senza colpa, nascosti nella giungla del Laos. Che si cibano solo degli interni di alberi, che se scampati al bersaglio dei militari, periscono di malattie e stenti. Gli attacchi sono sistematici e senza tregua, a vederli scappare (donne, bambini e vecchi) sembrano personaggi di un vecchio videogioco Doom. Se li va bene ci rimettono un occhio o una gamba. Ma peggio è se dai militari vengono catturati: numerose sono le testimonianze di stupri, sevizie e mutilazioni genitali.

I più fortunati sono riusciti, attraversando il fiume Mekong, ad arrivare in Thailandia. Sono internati in campi profughi allestiti alla bell'e meglio. Dal 2005 Medecins sans Frontieres è riuscita ad apportare benefici sanitari ed igienici all'interno del campo di Huai Nam Khao, ma dal maggio di quest'anno è stata costretta a battere in ritirata dalle insopportabili pressioni del governo. Dal 2006 infatti, i governi di Thailandia e Laos hanno annunciato la decisione di espellere tutti i profughi, senza alcun organo di controllo, classificandoli come “emigrati economici”.

Ogni mese, centinaia di Lao Hmong, vengono rispediti in Laos, con un biglietto di sola andata per l'inferno da cui fuggono da una vita. Molti si suicidano prima della partenza: “Voglio almeno avere la possibilità di morire come credo”, dicono.

Il 28 dicembre sono stati rimpatriati 4.500 Hmong rifugiati in Thailandia: ci sono voluti 5.000 militari Thai per deportare bambini, donne, giovani ed anziani dal campo di Phetchbun. I giornalisti sono stati lasciati a 12 km di distanza, perché non portassero nessuna testimonianza al mondo esterno. Poi i militari sono entrati nel centro di detenzione di Nong Khai, dove 158 Hmong, riconosciuti dall'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sono stati convinti a salire negli autobus, rabboniti anche dalla promessa di 4 ambasciate di Paesi Terzi (USA, Olanda, Canada e Australia), che entro 30 giorni, sarebbero stati accolti e insediati nei loro Paesi. Dalla Repubblica Democratica del Laos perviene un silenzio tutt'altro che democratico! Non se ne sa più nulla.

Una piccola associazione italiana, Krio Hirundo Onlus di Castelfranco Veneto (TV), se ne sta occupando, vista l'urgenza della situazione. Il presidente Nadia Zampieri ed una sua collaboratrice, andranno sul campo il 14 gennaio: Bangkok, Nong Khai e Laos, se fosse necessario, perché LIBERTA' è una parola che si scrive ancora in maiuscolo.

Barbara Lisci

fonte: http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=17357

P.S. Per non dimenticare:

Tra il 1969 ans 1973, gli Stati Uniti sganciarono oltre 2.000.000 di tonnellate di bombe sul Laos, durante più di 500.000 missioni di bombardamento (più che ciò che aveva lasciato cadere sulla Germania e il Giappone durante tutte della seconda guerra mondiale), nel tentativo di sconfiggere la sinistra appoggiata Pathet Lao e di distruggere le linee di rifornimento del Vietnam del Nord. Tra gli ordigni circa 90 milioni di bombe a grappolo (tra cui la famigerata BLU-64B), il 20% -30% delle quali non esplose acora oggi!

Dopo 40 anni queste bombe inesplose uccidono migliaia di civili in Laos, la maggior parte bambini.

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