I fondi vennero congelati subito dopo il colpo di stato militare del 2006, quando il governo di Shinawatra, che ora vive a Dubai e si proclama da sempre innocente, venne rovesciato. La Corte Suprema ha deciso di non sequestrare tutti i fondi, in quanto i rimanenti erano presenti prima che l’uomo diventasse Primo Ministro.
L’accusa mossa dalla magistratura all’ex PM è di aver fatto crescere le compagnie pubbliche di telefonia mobile e di telecomunicazioni via satellite in modo da far fruttare le sue aziende, in pieno conflitto di interessi.
Le tensioni in Thailandia sono ancora elevate e la corte ha impiegato molte ore per pronunciare il verdetto e molte forze di sicurezza erano pronte ad intervenire per paura di scontri con i sostenitori del’ex Primo Ministro, riconoscibili per indossare maglie di colore rosso, qualora il verdetto fosse a sfavore del politico in esilio.
Decine di migliaia gli agenti di polizia sono stati aggiunti alle ormali forze dell’ordine per vigilare nella capitale Bangkok e nell’immediata provincia e anche nelle zone a nord-est del paese del sud-est asiatico, da dove provengono la maggior parte dei sostenitore di Shinawatra.
Fortunatamente non c’è stato però alcuno scontro tra i sostenitori del vecchio governo e le forze dell’ordine. Fuori dalla corte, in attesa del verdetto, erano presenti pochissimi sostenitori “rossi” e il pro-Thaksin United Front for Democracy against Dictatorship (UDD), letteralmente il Fronte Unito pro-Thaksin per la Democrazia contro la Dittatura, ha dichiarato di non avere manifestazioni organizzate fino a metà marzo.
L’ex Primo Ministro ha fatto sapere da Dubai che continuerà a lottare contro il governo militare che ha preso potere nel paese con o senza il patrimonio di famiglia, ottenuto, secondo l’uomo, in modo assolutamente legale.
Sebastiano Destri
Fonte: http://www.newnotizie.it