mercoledì, maggio 11, 2011

Accendi la tv & spegni il cervello!

Una celebrità thailandese critica il sistema televisivo nazionale. Con parole che non stonerebbero in Italia


Telenovele fatte con lo stampino, un umorismo che sembra fermo alle comiche di settant'anni fa ma più sguaiato, niente di originale dai programmi di news: guardare la televisione locale è un'esperienza che fa già capire molto su come funziona la Thailandia. Ma le osservazioni degli stranieri, in un Paese mai colonizzato e con un ferreo patriottismo imposto dall'alto, spesso scivolano senza lasciar traccia (e con l'accusa di “non capire la Thailandia”, da chi difende lo status quo). Ecco perché le rare critiche da parte di un thailandese rappresentano sempre una scossa salutare.

Ho appena letto lo sfogo di Chef McDang, un famoso volto televisivo in Thailandia, sulla pessima qualità dell'offerta televisiva nel Paese. E' interessante perché vi si può leggere anche una critica all'intero sistema, con influenze sulla situazione politica attuale. “In Thailandia, una nazione drogata di 'lakorn' (soap opera) e commedie grossolane, la generale e spiacevole verità è che alla maggior parte dei telespettatori non è stato insegnato a pensare da soli. E il sistema scolastico nazionale ha molta responsabilità in tutto questo... Il pubblico thailandese è stato addestrato ad essere di vedute limitate. Vuole divertimento, e nient'altro”, scrive McDang, che è di sangue reale e ha completato i suoi studi in America e Inghilterra.

Che il sistema scolastico sia disastroso non è una novità: negli ultimi anni, in qualsiasi confronto internazionale gli studenti (e gli insegnanti) thailandesi hanno costantemente rimediato pessime figure rispetto al resto dell'Asia. E il collegamento tra un'istruzione che insegna a non pensare con la propria testa e il sistema di potere è uno dei temi favoriti di conversazione tra gli occidentali qui. “Il sistema scolastico thailandese è perfetto... se l'obiettivo è quello di creare un gregge che non si ribella”, mi disse una volta un professore italiano che risiede nell'ex Siam da oltre dieci anni.

Con tutti i limiti delle generalizzazioni, è indubbio che economicamente la Thailandia si basa sull'assemblaggio di prodotti creati da altri, grazie a un'ampia offerta di manodopera non specializzata e poco istruita. E' un sistema paternalistico, senza slanci creativi: conoscete per caso un marchio thailandese? Anche a causa delle lacune del sistema scolastico, il Paese non è ancora riuscito a fare quel salto economico riuscito per esempio alla Corea del Sud, diventata ormai una potenza industriale e tecnologica. Per la ristretta élite che tiene in mano il capitalismo locale, protetta dagli appoggi del sistema, ciò non è necessariamente un danno. Le diseguaglianze tra le poche centinaia di famiglie che tengono in mano le sorti del Paese e la “massa” sono però motivo di risentimento per una fetta crescente della popolazione, e spiegano in parte anche le tensioni politiche degli ultimi anni.

E' probabile che l'articolo di Chef McDang non generi alcun dibattito in Thailandia. Non verrà neanche menzionato dalla stampa in lingua locale, figurarsi in tv. Se c'è un collegamento tra volontà politica e impoverimento dell'offerta televisiva, di certo la spinta per un cambiamento non verrà dall'alto. E in fondo, non è lo stesso discorso sentito varie volte nell'analisi dell'imbarbarimento della tv italiana dagli anni Ottanta ad oggi?

Link: http://www.lastampa.it/

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