Uno scenario simile lascia poche speranze per l’immediato futuro. Tra gli analisti c’è unanimità nell’asserire che il prossimo voto sarà marcato dalle stesse forti differenze socio-politiche e dalla comune sfiducia nelle istituzioni democratiche. Come nota il ‘The Economist’, “alcuni analisti politici sarebbero già contenti se il voto non portasse ad altra violenza su larga scala”. La realtà sembra dunque essere che, qualunque sia il risultato, la parte perdente non accetterà il verdetto e la serie di proteste e contro proteste sia destinata a continuare. I sondaggi dicono che la popolazione è divisa, ma la veridicità di questi resta in dubbio.
Il fronte pro-Thaksin accusa il governo di favorire il Democrat Party, mentre i sostenitori di Abhisit accusano Thaksin di mettere a repentaglio la sicurezza del Paese per ambizione personale. Osservatori credibili e neutrali nella blogsphera dicono che entrambe le accuse sono fondate. Thaksin ha detto che non ha intenzione di rientrare in politica, ma il Pheu Thai sarà molto probabilmente fuidato da sua sorella Yingluck Shinawatra.