Tre elicotteri militari caduti nel giro di otto giorni, e una crescente convinzione: è opera di qualche spirito cattivo. Il problema è che così non paga nessuno | |
Nei primi due casi la colpa è probabilmente stata del maltempo, e nel terzo il motivo sarebbe un guasto a un rotore: ufficialmente, almeno. L’incredibile sequenza di tre elicotteri militari thailandesi caduti nel giro di otto giorni nella stessa zona al confine con la Birmania - per un totale di 17 morti - viene seguita con trepidazione nel Paese. E dopo l’ultimo incidente, avvenuto domenica 24 luglio, quello che prima si sussurrava ora è diventata quasi una linea di giustificazione ufficiosa: è chiaro che all’opera ci sono poteri sovrannaturali. Pensare al malocchio è lecito, data la concatenazione di eventi. Il primo elicottero è caduto sabato 16 luglio, causando cinque morti. Tre giorni dopo, un Black Hawk impegnato nelle operazioni di recupero di quelle vittime è a sua volta precipitato con nove persone a bordo, tra cui un cameraman. Cinque giorni più tardi, un terzo elicottero - anche questo impegnato nel recupero dei morti precedenti - è caduto poco dopo il decollo, provocando altre tre vittime. Il tutto nella stessa giungla collinosa alla frontiera, in quello che ormai è considerato una specie di “triangolo delle Bermude” thailandese. In un Paese in cui le forze armate mantengono un’influenza enorme, e dove le indagini per risolvere un caso spinoso regolarmente si prolungano e finiscono per non produrre alcun risultato certo, è probabile che alla fine - come al solito in Thailandia - nessuno in posizione di responsabilità pagherà per l’accaduto. Dall’altra parte, al momento si fanno solo ipotesi che spiegano poco: l’errore umano sembra essere escluso, appunto il maltempo e un cedimento strutturale vengono indicati al momento come le probabili cause. E magari sarà pure vero. Inevitabilmente, date le diffusissime credenze superstiziose in Thailandia (come in altri Paesi asiatici), in molti pensano a qualche congiura degli spiriti. Dopotutto, qui si consulta l’astrologo per qualsiasi appuntamento importante, la gente custodisce amuleti benedetti dai vari monaci, film o serie tv prima o poi contengono una scena con un fantasma. Da questo articolo del Bangkok Post emerge come gli stessi piloti militari thailandesi ora siano convinti che tra quelle montagne covi qualcosa; come da copione, è spuntato un indovino che aveva previsto il terzo incidente. “Ricorrere all’animismo e al misticismo è quel che noi thailandesi facciamo meglio quando non riusciamo a razionalizzare cosa cavolo sta succedendo”, ha scritto su Twitter un thailandese che - con decenni di esperienza all'estero - spesso commenta con lucidità gli eventi nazionali. Il problema è che, applicata ad eventi in cui forse qualcuno che ha delle colpe c’è, la superstizione regnante produce un effetto ben poco spirituale: incolpando la sfera sovrannaturale, si assolvono gli umani. E quindi chi è in posizione di comando può farla franca, promettendo di far luce sul mistero per allungare i tempi, mentre invece il tempo fa pian piano dimenticare tutto, a parte un vago coinvolgimento di qualche entità superiore. Mentre al momento la flotta di elicotteri militari thailandesi è ferma per ispezioni, tutto fa pensare che - dopo le alcune benedizioni di rito e parole retoriche - alla fine la tripla tragedia passerà alla storia come una malvagia opera degli spiriti. Fonte: http://www.lastampa.it |