martedì, gennaio 22, 2008

La prospettiva dell'uomo

Scrivo quello che sento a dispetto di ogni convenzione (letteraria, sociale, morale...), in questo spazio mi permetto di essere autentico e per questo a volte contraddittorio.

Molte notizie le copio/incollo dal web (citandone la fonte), il resto sono miei liberi pensieri, sensazioni, emozioni, riflessioni, di chi vive a 12000KM da casa.

Già perchè qui non è casa mia, mai lo sarà, e mai voglio lo sia!

Sono Italiano fiero e convinto, è triste vedere che stiamo perdendo gradatamente il senso patriottico! Almeno i Thai fanno finta di essere patriottici, noi nemmeno più quello.

Siate i benvenuti in questa mia “casa virtuale”, ma camminate piano...

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Grazie

Martino M.


La prospettiva dell'uomo

L'armonia sociale non dipende dalla crescita economica, la povertà è una condizione relativa e non assoluta; eliminando il peso della lotta per la sopravvivenza, il benessere permette di esprimere l'infelicità esistenziale. (Noi Italiani ne siamo la riprova)
Come ciascuna generazione dà per scontati i propri standard di vita e non prova gratitudine per quelle a lei precedenti, i sacrifici per le generazioni future incontrano la difficoltà di stabilire una identificazione con gruppi che non sono oltre i nostri confini, ma oltre il nostro tempo. L'atteggiamento verso il futuro delle moderne società consumistiche è determinato da considerazioni egoistiche. ( Qui i Thai ci battono sicuramente)
Proprio l'assenza di legami col futuro fa dubitare che gli stati-nazione e gli ordinamento socioeconomici possano prendere decisioni adesso per risolvere i problemi del futuro. Gli stati nazione, sono surrogati psicologici della famiglia, la speranza di poter raggiungere la fratellanza universale e' utopistica. (Gli asiatici sono Isolazionisti, i Thai per eccellenza)
La concezione umanistica ha il proprio punto debole nell'incapacità o non volontà di affrontare certe caratteristiche umane radicate. Inoltre, le priorità attuali consistono nell'incoraggiare quel progresso industriale che, se da un lato permette di combattere la povertà, dall'altro e' destinato a divenire il nostro pericolo mortale (pericolo ambientale e climatico, qui a Phuket cementano tutto)
Auspico un riorientamento storico che porti alla riduzione dei raggruppamenti umani ed alla sostituzione degli stati-nazione con le polis, che erano per i greci la giusta dimensione del potere politico.
In una società statica e tradizionalista, che prende ad esempio talune culture primitive "senza tempo", non trovano però facile posto la ricerca scientifica, l'eresia intellettuale, la più ampia libertà di organizzarsi la propria vita a piacimento. Nessuna civiltà, è priva di "malessere", perchè ciascuna esprime le paure dell'uomo, unico animale in grado di contemplare la propria morte!

Nel nostro tempo, però le attività umane che esprimono tale malessere stanno minacciando la continuità stessa della vita...

Martino M.

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