mercoledì, ottobre 08, 2008

Il premier non si dimette né dichiara lo stato d’emergenza

Fonte: http://www.corriere.com/

BANGKOK - Più grave la crisi politica in Thailandia. Si dimette il vice premier Chavalit Yongchaiyudh, incaricato delle infruttuose trattative con l’opposizione, mentre il premier è costretto a presentare il suo programma in un parlamento assediato dall’opposizione e si inaspriscono gli scontri tra polizia e manifestanti. Secondo un primo bilancio, negli incidenti di ieri vi sarebbero stati un morto, una donna di circa vent’anni deceduta in ospedale, e 278 feriti, tra cui due poliziotti colpiti da proiettili di pistola.
Le dimissioni di Chavalit - che tra l’altro si è preso la responsabilità di aver ordinato alla polizia di intervenire - sono un ulteriore colpo agli sforzi del nuovo primo ministro Somchai Wongsawat di far fronte a una dura campagna dell’opposizione, guidata dall’Alleanza del popolo per la democrazia (Pad). Il primo ministro thailandese Somchai Wongsawat si rifiuta anche di prendere in considerazione le dimissioni ed esclude, almeno per il momento, la proclamazione dello stato d’emergenza a fronte delle violenze scoppiate oggi tra polizia e manifestanti.
«No, non ci penso nemmeno», ha detto Somchai alla stampa precisando che la polizia continuerà a provvedere alla sicurezza, aggiungendo che non ha nessuna intenzione di dimettersi, come chiede l’opposizione. «Finché io sarò in carica, continuerò a fare il mio lavoro. Qualsiasi sarà la mia prossima decisione - ha aggiunto - la prenderò al momento opportuno». Centinaia di deputati e senatori sono ancora impossibilitati ad uscire dall’area del parlamento. Testimoni riportano di aver visto il premier e altre cinque persone scalare la cancellata che delimita gli edifici e darsi alla fuga verso un vicino parco. Dalla serata di ieri alcune migliaia di manifestanti avevano cominciato a raggrupparsi intorno al parlamento e a bloccarne le strade di accesso. Lo scopo: quello di impedire a Somchai di presentare il programma del nuovo governo. Questa mattina la polizia, dopo un infruttuoso negoziato portato avanti con i manifestanti dal vice premier, è intervenuta pesantemente. È tornata per l’ennesima volta a caricare e a fare uso di gas lacrimogeni anche nel pomeriggio nel tentativo di sbloccare le uscite del parlamento a Bangkok. Durante gli ultimi scontri dalle fila dei manifestanti sono partiti colpi di pistola, una dozzina secondo quanto riporta un fotografo dell’agenzia Reuters. Almeno due gli agenti colpiti dai proiettili.
Nella sessione di ieri del parlamento, nonostante il boicottaggio dell’opposizione, Somchai ha pronunciato il suo discorso e presentato il programma di governo. I manifestanti ancora assediano il parlamento. Sarebbero ormai più di 8mila: appartengono all’Alleanza del popolo per la democrazia (Pad), una coalizione composita di opposizione che occupa dal 26 agosto la sede del governo. La Pad conta tra i suoi dirigenti uomini d’affari, ex ufficiali e sindacalisti, ha giurato di continuare nelle proteste fintanto che il Partito del potere del popolo (Ppp) sarà al governo.
Il Ppp è diretto dagli alleati di Thaksin Shinawatra, il milionario che ha governato la Thailandia dal 2001 al 2006 (genero dell’attuale primo ministro), prima di essere rovesciato dai generali fedeli al Re e di rifugiarsi in Gran Bretagna inseguito da accuse di corruzione. Intanto, sempre al centro di Bangkok - a poca distanza dai luoghi degli scontri tra polizia e manifestanti - questo pomeriggio un’automobile è esplosa uccidendo un uomo. Lo hanno reso noto fonti della polizia che però non hanno precisato se il morto era a bordo dell’auto o era un passante, né se vi siano state rivendicazioni per quello che potrebbe essere un attentato.
Condividi questo articolo sui vari Network
Bookmark and Share