BANGKOK, Thailandia - Quando si parla di cambiamenti climatici, gli Stati Uniti hanno problemi, almeno questa è la posizione assunta dalla maggior parte dei paesi in via di sviluppo, che accusano gli Stati Uniti di stallo per uno sforzo globale per scongiurare questo catastrofico riscaldamento globale.
200 nazioni delle Nazioni Unite hanno già concordato un obiettivo fondamentale per raffreddare il pianeta: la prevenzione della terra dal riscaldamento globale di oltre 2 gradi Celsius (3,7 gradi Fahrenheit) sopra la temperatura dell'era pre-industriale.
Un vertice di questa settimana nella capitale della Thailandia si è concluso senza speranza perché i governi del mondo non saranno mai d'accordo su un piano vincolante per uscire dal pericolo incombente del riscaldamento globale.I delegati dei paesi in via di sviluppo a Bangkok hanno ribadito che gli USA hanno prodotto la maggior parte degli inquinanti del pianeta, e le nazioni più povere si fanno carico delle condizioni meteorologiche estreme, tipo le coste inondate e le perdite dei raccolti causata dal riscaldamento globale.
- E' follia, abbiamo una tale gara col cambiamento climatico e stiamo perdendo tempo - ha detto Solon Pablo, Ambasciatore delle Nazioni Unite.
L'America non si incatena ad un accordo giuridicamente vincolante per limitare le emissioni a meno che altri grandi inquinatori - vale a dire Cina, Russia e India - accettino il limite stesso, ha dichiarato il negoziatore sul clima Jonathan Pershing.
Gli Stati Uniti, che producono quasi il 20 per cento dei gas-riscaldamento del pianeta, non è più il più grande inquinatore, è la Cina che, secondo l'ONU, detiene il 22 per cento di gas serra.
- Non siamo disposti ad andare avanti con un obbligo vincolante per noi che non si applica alle altre grandi economie - ha detto Pershing, che ha ripreso sia la Cina che l'India, in quanto restii ad impegnarsi.
I delegati delle Nazioni Unite riuniti a Bangkok per concretizzare un ampio piano di cambiamento climatico entro la fine dell'anno quando si raggrupperanno in Sud Africa.
Poco è cambiato dal loro ultimo incontro in Messico.
In quel vertice di dicembre, i delegati hanno firmato un obiettivo di limitare il riscaldamento a non più di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali.
Questo è stato convenuto per prevenire alcuni degli effetti peggiori del cambiamento climatico: le colture senza acqua, la crescita dei fenomeni marini e gli eventi meteorologici estremi.
Essi hanno inoltre approvato un fondo di 100 miliardi dollari per aiutare le nazioni più povere a far fronte ai cambiamenti climatici.
Ambientalisti e molte nazioni in via di sviluppo, invece, speravano di più, ed anche l'obiettivo dei 2 gradi altera gravemente l'ambiente in peggio, ha detto Lim Li Lin, ricercatore ambientale con il Third World Network.
- Gli Stati Uniti la cui scelta nazionale è quella che sono pronti a fare in relazione alla loro politica e non ciò che la scienza ha stabilito - ha detto Lin - avrà effetti catastrofici sul nostro pianeta e l'umanità -.
- Il rifiuto degli Stati Uniti di mettere in atto tagli delle emissioni - ha detto Lin - è troppo spesso attribuito a una popolazione statunitense che non vuole cambiare stile di vita. E 'una scusa per non agire -
Il vertice lascia anche un futuro incerto per il Protocollo di Kyoto, il primo ed unico quadro giuridicamente vincolante al mondo sui cambiamenti climatici, che scade il prossimo anno.
Adottato nel 1997, e promulgato nel 2005, richiede che 191 nazioni riducano collettivamente le emissioni del 5 per cento rispetto ai livelli del 1990.
Ma c'è il vizio: gli Stati Uniti non lo hanno firmato, e la Cina è esentata insieme a molte altre nazioni in via di sviluppo.
Anche se gli ambientalisti sono alla disperata ricerca di una Kyoto 2.0, il vertice di Bangkok ha avuto le conferme che Giappone, Canada e Russia, non avrebbero firmato per un secondo turno.
Il protocollo di Kyoto scade senza poter promulgare l'atto, ha detto il capo delle Nazioni Unite sul clima Christiana Figueres, la quale ha avvertito che le singole nazioni non possono risolvere il problema: - Nessun paese può sperare di agire da solo - ha detto concludendo.
Si stanno già vedendo gli effetti del cambiamento climatico, terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, macchie solari, siccità ed innondazioni flagellano tutto il mondo, ma per il potere dei petrolieri non fanno testo, conta solo il profitto di pochi.
Fonte: http://www.paid2write.org/attualita_gossip/cambiamento_climatico_in_stallo_ricchi_contro_poveri_13794.html