(Di Stefania Passarella fonte Ansa) Foto al sito: http://www.amicidiphuket.it/pagine/songkran.html
Un momento di forte devozione religiosa che si declina in una festa colorata da vivere soprattutto a suon di schizzi d'acqua, elemento purificatore dalla cattiva sorte per ogni buon inizio che si rispetti. è il Songkran, il Capodanno Thailandese, festeggiato in tutto il Paese intorno alla metà d'aprile in occasione del cambiamento di posizione del sole nell'anello dello zodiaco.
Conosciuta anche come Festival dell'Acqua, la ricorrenza trova in questo elemento il suo leitmotiv simbolico e oltre a scandire per la popolazione locale un importante momento di riunificazione familiare e di preghiera all'ombra delle pagode prevede che la gente scenda in strada e dia vita a un rito di purificazione collettiva inzuppandosi e schizzandosi reciprocamente con acqua, il più delle volte gettata a secchiate, con tubi da giardino e anche con semplici pistole giocattolo. Un'antica tradizione - comune anche a Birmania, Cambogia e Laos - che trova le sue radici nella religione buddista e viene festeggiata quest'anno dal 13 al 15 di aprile con fastose celebrazioni in diverse località thailandesi, in particolare nella cosiddetta "Rosa del Nord": Chiang Mai, capitale dell'omonima provincia settentrionale della Thailandia adagiata lungo le rive del fiume Ping, dove la festa comincia gia' il 12.
Il Songkran scaccia idealmente la cattiva sorte e segna l'inizio del nuovo anno solare con l'auspicio della prosperità. è per i thailandesi il momento di lavare le immagini sacre dei Buddha, di rinnovare la propria casa, ma soprattutto di rendere omaggio alla famiglia e in particolare agli anziani, così come di visitare un wat, un tempio. Alle preghiere si alternano processioni di carri decorati che trasportano i Buddha provenienti dai monasteri nei dintorni. Le "battaglie" d'acqua, che coinvolgono anche gli stranieri, rappresentano un momento più goliardico che spirituale, soprattutto di sollievo dalla canicola, dato che aprile è il mese più caldo. Se si vuole partecipare all'usanza locale, meglio portare con sé una fotocopia del passaporto (e tenere in salvo l'originale in hotel), indossare indumenti che si è disposti a rovinare senza troppe recriminazioni, assicurare la sopravvivenza del telefono a una busta di plastica ben sigillata e magari dotarsi di una macchina fotografica impermeabile.
La festa è molto sentita in tutto il Paese ma Chiang Mai è il fulcro delle celebrazioni. Principale centro della Thailandia settentrionale, e ideale capitale culturale a circa 700 chilometri da Bangkok, la città non è distante dal Doi Intanon, le vette più elevate del Paese. Ogni anno accoglie migliaia di turisti e non solo in occasione del Festival di Songkran, tre-quattro giorni nei quali normalmente si registra il tutto esaurito in alberghi e guesthouse. Con un centro storico racchiuso a scrigno dalle alte mura edificate come protezione dalle incursioni birmane, Chiang Mai significa "nuova città". Fondata nel 1296 da re Mengroi, divenne capitale del regno Lanna vivendone nei secoli i momenti di splendore e quelli di declino.
Più verde e lussureggiante rispetto alla cosmopolita Bangkok, la rosa del Nord offre degli spunti di viaggio e dei paesaggi pittoreschi che gli amanti della natura non potranno non apprezzare. Tutta la provincia si dipana lungo la valle del Ping ed è un susseguirsi di risaie, colline, montagne, foreste e boschi. Oltre ai numerosi percorsi di trekking non è insolito praticare escursioni a dorso d'elefante. Opportunità di contatti ravvicinati con i pachidermi a Chiang Dao (a circa cento chilometri a Nord rispetto a Chiang Mai) dove si trova un centro addestramento in cui si svolgono anche spettacoli durante i quali gli elefanti dimostrano la loro abilità nei lavori dei boschi (aperto tutti i giorni dalle 8 alle 15). Senza allontanarsi così tanto dalla città si possono visitare l'albereto Huai Kaeo, con diverse varietà di alberi e fiori tropicali, e il vicino giardino zoologico (www.zoothailand.org/chiangmai) che ospita più di 200 specie di mammiferi e uccelli di specie asiatiche e africane. Senza tralasciare la Patara Elephant Farm (www.pataraelephantfarm.com) dove si diventa per un giorno proprietario di un elefante, con annesse attività di pulizia dell'animale.
Altre perle per gli aspiranti eco-viaggiatori si trovano nella valle di Mae Sa: ad esempio i vivai per la coltivazione delle orchidee e l'allevamento delle farfalle e il rettilario (fra Mae Rim e Samoeng), che ospita diverse specie di serpenti che vivono nel Paese. Sulla stessa strada i meno temerari potranno approfittare di una visita nel Giardino Botanico della Regina Sirikit. Un'occasione da non perdere è anche una visita al parco nazionale Doi Inthanon che circonda l'omonimo picco thailandese (2.565 metri) ed è uno spettacolo di cascate, sentieri, nonché dimora dei villaggi tribali di Hmong e Karen. E questo non è che un assaggio delle innumerevoli bellezze naturalistiche che la regione offre.
Prima di allontanarsi ed esplorare i dintorni, la città di Chiang Mai impone tappe di contemplazione e ammirazione dei tanti siti religiosi che la caratterizzano: oltre 300 wat, i complessi di costruzioni adibite a scopi religiosi, sociali e culturali, non solo templi e monasteri. Quelli che meriterebbero una visita sono tanti. Luogo simbolo delle celebrazioni del Songkran è il tempio Phra Sing, sulla Sam Lan road, che risale al 1345 e comprende la cappella Lai Kham arricchita da legni intarsiati e affreschi, una rinomata collezione di manoscritti con bassorilievi e una pagoda con forma a campana. Sulla Suthep road il tempio di Suan Dok vanta invece diverse pagode bianche a forma piramidale in cui sono conservate le ceneri degli appartenenti alla prima famiglia reale. In questo sito si trova anche una delle maggiori statue di Buddha del Paese, in bronzo, di circa 500 anni fa. All'interno della città vecchia c'è il wat più antico, quello di Chiang Man, del XIII secolo, che comprende due templi con altrettante statue di Buddha: il Phra Sila (in marmo) e il Phra Satang (in cristallo). Una chicca è anche il Phan Tao, con un antico wihaan, un edificio in tek.
La pagoda maggiore della città si trova al tempio di Chedi Luang, su Phrapokklao road, alta 98 metri e larga 54, parzialmente distrutta dal terremoto del 1545. Il portico della cappella è impreziosito da una tipica scalinata naga, dalle fattezze di un serpente con la testa di drago. Il tempio di Ku Tao è invece situato nei pressi dello stadio e ha una pagoda a bulbo la cui forma ricorda un melone. Decisamente invitante per la meditazione, sulla Suthep road, il tempio U-mong che ha un'antica pagoda ed è immerso in un paesaggio ameno e rilassante. A una quindicina di chilometri da Chiang Mai vale la pena visitare il Phrathat Doi Suthep, situato a 1676 metri sul livello del mare. Il panorama è incantevole, una finestra sulle campagne e sulla città. Al tempio si arriva salendo una rampa di 290 scalini, ma i più pigri potranno usufruire di una pratica funicolare. Il sito è sacro per la popolazione locale perché conserva alcune reliquie di Buddha. Non distante c'è poi il palazzo Phu Phing, la residenza reale d'inverno costruita nel 1961 con giardini e parchi aperti alle visite del pubblico nei periodi in cui la famiglia reale non vi soggiorna.
Due link utili su tutti: il sito web del Festival di Songkran (songkran.tourismthailand.org) e quello dell'ufficio thailandese del turismo in lingua italiana (www.turismothailandese.it).