Come va in Phuket?
Bene, sole e cielo Blu, mare piatto, poca gente dopo le cazzate dei Thai chiusura aeroporti ma anche meno moneta in tasca da spendere.
Per fortuna ci pensa BV con charter a basso costo a portare migliaia di Italiani ogni settimana direttamente sull'isola, così io sinceramente non posso lamentarmi, anzi in agenzia c'è sempre pieno e non riesco nemmeno a soddisfare le richieste di tutti.
http://www.blu-express.com >> Voli basso costo per la Thailandia.
OK, ora che ho fatto il mio lavoro “informandovi” voglio parlarvi della morte.
Non nel senso canonico, ma della morte interiore, di quello che la vita ci riserva lungo un percorso spesso in salita.
Alle volte mi sento come Gino Bartali, scalo il monte più alto sperando di trovare presto la discesa verso fondi pianeggianti.
In 36anni questo ultimo è il periodo peggiore, eppure ne ho passate tante...
Riflessioni:
Il dubbio principale che ci portiamo sempre appresso e che fa sorgere nella mente la paura di morire è: quando il nostro corpo fisico scompare, cosa ne sarà dell’io che percepisce di esistere?
Dove finisce il nostro senso di presenza?
Abbiamo talmente umanizzato il principio divino dandogli dei limiti, che ora nella nostra piccola mente sorge l'angosciosa istanza che si chiede se questo IO personale, tanto importante per noi, sopravvive o meno alla morte del corpo materiale.
Per comprendere cosa avviene con la morte del corpo fisico, dobbiamo però prima comprendere noi stessi e arrivare alla totale accettazione dell’inesistenza di questo IO individuale e che perciò non esistono né una nascita né una morte. Tutto il resto viene di conseguenza. Altrimenti non supereremo questa paura inconscia. Né con la fede né con la ragione.
Quindi, per me, l'imparare a morire ogni momento, vuol dire essere in grado di sganciarsi dai ricordi, dalle credenze vecchie e nuove, dalle storie vissute, dai timori e dalle speranze proiettate nel divenire. Soltanto in questo modo, con l'esperienza diretta del morire a noi stessi prima della morte fisica, possiamo lasciarci andare e sentirci rilassati nel presente. Essere morti a se stessi o, se vogliamo, essere "immortali", sta a significare non essere più imprigionati nell’egoicità scaturita dall'identificazione con il corpo-mente e non considerarci più gli autori personali di alcuna azione, di alcun pensiero, alcuna emozione. Cosi facendo realizziamo che la nostra essenza è un’emanazione, un riflesso dell’immortalità stessa dell’energia primaria di cui l'involucro corporeo è solo veicolo transeunte. Dunque siamo spazio infinito ed eterno, non esiste un’entità separata, e quindi dopo la morte la nostra essenza "liberata" dal corpo torna a fondersi con il tutto eterno, immortale.