martedì, gennaio 13, 2009

Liberi pensieri sulle relazioni sociali tra diverse culture.

L'uomo è un animale sociale ma non è nei suoi geni raggiungere la perfezione, possiede un grande potenziale che non sfrutta. Nell'evoluzione dell'uomo, natura e società, o cultura sono stati due poli allo stesso tempo contrapposti e complementari dell'evoluzione.
Le mutazioni genetiche hanno portato ad un cervello di dimensioni maggiori, con capacità superiori di memorizzazione e pensiero, ma senza una cultura che utilizzasse tale cervello, gli sviluppi sarebbero inutili. Senza la cultura, evolutasi in una società sempre più complessa l'uomo sarebbe stato solo una scimmia con un testone enorme, e non sarebbe sopravvissuto.
La nascita di nuove prassi hanno portato all'utilizzo del cervello, arrivando ai limiti attualmente conosciuti. Una nuova mutazione ha permesso un cervello più grande, "riempito" da nuovi contenuti, da nuove pratiche sociali.

Vivo in Thailandia da anni, ma non riesco a relazionarmi con questa gente, anche se parlo, vivo, mangio come loro. (ho pure la moglie Thai) Il Gap culturale è insormontabile, le differenze socio-esistenziali sono un muro nel quale sbatto quotidianamente. Uomo differenzia dalla scimmia nel DNA per un misero 0.2%, ma culturalmente e socialmente ci dividono migliaia di anni. Un caro amico, uno che mi ha illuminato la via, uno che ho sempre sentito vicino anche quando le nostre strade si sono divise ha scritto sul suo Blog verità sacrosante, che condivido! Ci dividono 12000KM, da anni non ci vediamo, ma viviamo situazioni analoghe pur avendo vite diverse in luoghi diversi. Questo perché?

Culturalmente e socialmente siamo cresciuti nello stesso ambiente, frequentando stessa scuola, e per un periodo pure stesso lavoro. Alla fine la società, la nostra cultura, il nostro senso civico di adulti ci accomuna e ci seguirà per tutta la vita. Come allo stesso modo ci divide dai Thailandesi per esempio. Anche se i Thai a dirla tutta sono talmente isolazionisti e classisti che difficilmente riescono ad avere rapporti con altre culture. Al massimo a noi Farang ci considerano un “Bancomat con le gambe”.

Martino M. Rawai-Phuket

Tratto dal sito: http://ceoloni.wordpress.com
L’equilibrio tra uomo e natura - Cementificazione

palazzi.jpg

Potrà esistere il cemento solo dove ci sarà altrettanto spazio destinato alla natura.

Non sono contro lo sviluppo quando dico che la cementificazione attuale è intollerabile. Sono del parere che debbea esistere un equilibrio tra cemento e natura, che debbano essere creati spazi abitati intelligenti e pensati nel pieno rispetto dell’ambiente. Quello che mi fa incazzare è che le tecnologie e le metodiche esisto…ma non le applicano chi costruisce e non le applicano chi fa costruire.

Equilibrio, la via di mezzo tra gli estremi, il compromesso naturale di sopravvivenza delle parti.

Condividi questo articolo sui vari Network
Bookmark and Share