domenica, aprile 04, 2010

Le "camicie rosse" si sono concentrate nella zona degli hotel di lusso della capitale.

BANGKOK (Reuters) - Decine di migliaia di manifestanti hanno sfidato oggi l'ordine di lasciare il quartiere dello shopping della capitale thailandese, nonostante la minaccia di arresti di massa, nella quarta settimana di proteste di piazza per ottenere nuove elezioni.

Il governo ha detto ieri che i manifestanti in camicia rossa -- che hanno 'invaso' il quartiere dove si trovano i più bei negozi e i migliori alberghi di Bangkok -- rischiano fino ad un anno di carcere e una multa di 20.000 baht (620 dollari) se non se ne andranno.

La manifestazione è in palese violazione di un duro Atto di sicurezza interna imposto il mese scorso, secondo quanto riferito dal Centro per l'amministrazione dell'ordine e la pace, un organismo governativo approntato per mantenere la sicurezza durante le proteste.

"Il blocco delle strade è un esercizio dei diritti pubblici che va oltre quelli forniti dalla Costituzione", ha detto il primo ministro Abhisit Vejjajiva, dopo che colloqui tra le autorità e i manifestanti non hanno portato a nulla di tangibile.

Gli oltre 50.000 manifestanti hanno anche ignorato la scadenza alle 21 di ieri sera (ora locale) di lasciare la zona dove Central World, il secondo centro commerciale per grandezza del Sudest asiatico, e altri grossi negozi ieri hanno chiuso i battenti in risposta alla minaccia di restare per giorni sul posto da parte di chi protesta.

I manifestanti hanno infatti detto che non se ne andranno fino a che Abhisit non scioglierà il Parlamento e convocherà nuove elezioni.

I leader della protesta Veera Musikapong ha detto a Reuters che le sue "camicie rosse" resteranno almeno fino a domani. "Non abbiamo altra scelta che la disobbedienza civile fino a quando il governo ci ascolterà", ha detto.

Sostenuto dal potente esercito thailandese e dall'establishment, Abhisit ha spiegato che ora sarebbe difficile tenere elezioni pacifiche, viste le tensioni, e ha proposto di sciogliere il Parlamento a dicembre, con un anno di anticipo.

I manifestanti chiedono elezioni immediate e minacciano altre manifestazioni nei prossimi giorni, allargando la protesta di massa iniziata il 14 marzo, quando fino a 150.000 "camicie rosse" si sono riunite nel quartiere vecchio di Bangkok.

Secondo gli analisti, Abhisit molto probabilmente perderebbe se si tenessero ora le elezioni, aumentando anche il rischio per gli investimenti nella seconda più grande economia del Sudest asiatico, dopo un aumento di 1,6 miliardi di dollari di investimenti stranieri nella borsa thailandese nell'ultimo mese sulle aspettative che il presidente riesca a superare la crisi.

Ad aggiungere tensioni, oltre mille persone che si oppongono agli anti-governativi hanno manifestato ieri con camicie rosa, sostenendo che le "camicie rosse" sono irragionevoli.

Le "camicie rosse", che appoggiano il due volte premier Thaksin Shinawatra, ora in fuga, sostengono che Abhisit non abbia un mandato popolare e sia salito al potere in modo illegittimo.

Fonte: www.reuters.it

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