Se potessi, chiederei un minimo di diritti per lo straniero, non quello in ferie coccolato e venerato per i soldi, ma per gli emigrati con famiglia che vogliono solo vivere in terre diverse.
Se potessi, racconterei di quando infame è l'uomo, ad ogni latitudine, in ogni paese, in ogni villaggio, in ogni casa.
Se potessi, pregherei per i poveri, sfruttati, malpagati, ingannati, sottomessi, schiavizzati, torturati, che sono li vicini a noi, ma facciamo finta di niente.
Se potessi, berrei l'acqua del pozzo, ormai poca, putrida, salata, inquinata, tanto contesa da farne motivo di guerra.
Se potessi, cancellerei le religioni, fonte di litigi, palliativo delle nostre paure, surrogati di un mondo migliore.
Se potessi, strizzerei i coglioni ai quattro potenti di turno, che con stupidi pretesti comandano la nostra vita.
Se potessi, vedrei il mio funerale, quelli che piangono per me, quelli che fan finta, quelli che non gli frega un.
Se potessi, scriverei di gioie e dolori, di amore e sogni, di come il mondo si sveglia la mattina e la sera lo prendiamo in giro, mascherando i sentimenti.
Se potessi, di Martino M. Rawai-Phuket