Anche oggi sul giornale locale di Phuket esce un articolo con “paroloni” come Xenofobia! A mio avviso è un termine sbagliato, usato male in questo contesto! Nessuno ha “paura” dello straniero, solamente non si accetta l'integrazione dello stesso in questa società. Quindi a mio avviso il termine giusto è Isolazionismo. In tempi difficili e complessi, la strada dell’isolazionismo e del protezionismo può sembrare larga ed invitante, ma porta al declino ed è molto pericolosa. Quale pericolo? Soldi che cambiano strada, investimenti sfumati, migliaia di miglia di case invendute, ecc... Io non credo che i Thai così attaccati al denaro ci vedano come un pericolo, lo straniero non è un invasore, ma solo un “pollo da spennare”. Certo che pure i polli a furia di subire poi si vendicano, vi ricordate Galline in Fuga il film cartoon? Non rimane che aspettare la “Grande fuga” e magari sarà la soluzione giusta per ristabilire il giusto equilibrio tra le parti.
Fonte: http://www.phuketgazette.net
OPINION: Is xenophobia damaging Phuket's prosperity?
Is 90 percent of Phuket's beach land really owned by foreigners?
A recent front page story in the Bangkok Post claiming foreigners control 90 percent of Phuket’s beach land through Thai nominees stopped many expats in their tracks.
The truth of the claim – by the authors of a new study into foreign land ownership in Thailand – is difficult to verify.
The authors of the research, a team from Sukhothai Thammathirat Open University, gathered their evidence from the private sector, local government, the Board of Investment, the Land Office, the Chamber of Commerce, the Industrial Council and Immigration among others.
This is not the kind of research that can be readily repeated by a newspaper interested in getting to the truth of the matter.
But many of those who read the Post’s story will have perceived – rightly or wrongly – a tone of xenophobia.
A nuanced 43-page report on foreign ownership of land in Thailand was boiled down to an explosive headline that was bound to put expat residents here on the defensive.
In fact, similar claims are made in the Thai press regularly.
The debate over foreign ownership of land in Thailand is one that has raged for years, and now more so than ever.
Recently, rumors that foreign businessmen from the Middle East were buying up Thai rice paddies received widespread coverage.
The Foreign Business Act forbids foreigners from owning farming businesses, making such purchases, if real, illegal.
The Department of Special Investigations is reported to be investigating the claims, while the Agriculture and Co-operatives Ministry is said to be drafting a bill to prevent such land grabs.
Of course, this is not to say Thailand does not have the right to protect its most vital resources from foreign control.
Food security is likely to become an increasingly pressing issue in a world most experts agree is getting warmer, and everyone agrees is getting crowded.
But so far, rumors of these illegal buyouts have remained just that.
Meanwhile, the authors of the Thailand Research Fund study admitted foreign investment capital was essential for developing Phuket and other tourist resorts in Thailand.
This investment has turned Phuket into the most affluent province in the Kingdom.
Despite reports that Thailand is no longer in recession, the island’s property market – responsible for so much of that affluence – is still suffering.
Thailand is now more divided than at any time since the seventies.
The country needs unity, but stoking xenophobia is not the right way to bring Thais together.
It’s the right way to drive away the investment that Thailand, and Phuket in particular, needs.
Fonte: http://www.datasport.it (AGM-DS) - 29/08/2009 9.51.45 - (AGM-DS) - Milano, 29 agosto - In Thailandia gli sport da combattimento sono le discipline trainanti da sempre. Il pugilato non ha una tradizione antichissima, ma gode di un vastissimo pubblico di appassionati. Lo conferma anche la decisione del governo che da oltre dieci anni lo ha inserito tra gli sport capaci di recuperare i giovani disadattati. Con risultati decisamente confortanti. I giovani thailandesi frequentano le palestre, ma l’orientamento generale è quello del professionismo, come dimostrano i risultati, dove da sempre, in particolare nelle categorie più leggere, propongono talenti che conquistano le cinture mondiali. Un po’ lo stesso criterio della Corea del Sud e del Giappone, oltre alle Filippine. Lo conferma anche il medagliere dei Giochi, piuttosto scarno, in rapporto ai risultati tra i “prize fighter”. La prima medaglia a cinque cerchi è stata conquistata nel 1976 a Montreal col ventenne minimosca Payao Pooltarat, entrato in semifinale a spese del magiaro Gedo, campione uscente e dopo aver battuto il romeno Cosma e il russo Tkachenko. Diventa professionista solo nel 1981, dopo soli nove incontri, nell’83 fa suo il mondiale supermosca WBC. Si ritira l’anno dopo e, a conferma della grande popolarità, nel 2001 decide di dedicarsi alla politica per il Partito Democratico di opposizione. Eletto in Parlamento, si adopera a migliorare la condizione di vita della Provincia del Prachub Kirikhan. Deceduto nel 2006, colpito da sclerosi laterale. L’oro arriva solo nel 1996 ad Atlanta, per merito di un giovane marinaio di 23 anni, Somluk Kamsing, peso piuma, che a livello dilettantistico è stato sicuramente il campione più popolare. E’ già alla seconda esperienza olimpica, la prima volta a Barcellona nel ’92 a 19 anni, stoppato dal pugile di casa Faustino Reyes, medaglia d’argento, che si rivelò solo una meteora nei professionisti. Ad Atlanta compì imprese eccezionali, battendo prima il russo Paliani, e poi l’argentino Chacon, un guerriero indomito, in finale ebbe la meglio sul bulgaro Todorov (8-5), altro mito in maglietta che per giungere al confronto decisivo si era imposto sul beniamino di casa, Floyd Mayweather jr. dopo un match di rara intensità, per 10-9. La vittoria di Kamsing, elettrizzò il paese che l’accolse trionfalmente e il principe regnante gli assegnò un premio di oltre un milione di dollari e un vitalizio al compimento dei 50 anni. Rifiutò le offerte per passare professionista e difese la propria nazione nei due successivi giochi. A Sydeny nel 2000, fermato nei quarti da Ricardo Juarez (Usa) che giungerà in finale, battuto dal kazako Sattarkhanov, tragicamente scomparso qualche anno dopo, in un incidente automobilistico e pure ad Atene 2004, ormai ultratrentenne. Non salì sul podio neppure in Grecia, superato dal canadese Gaudet e fu l’ultimo impegno ad alto livello. Ad Atlanta combattè anche il fratello maggiore Somrot nei minimosca, sfiorando il podio, battuto nei quarti dal bulgaro Bojlov che vincerà l’oro.
Anche nella squadra asiatica che partecipa ai mondiali c’è un pugile che può raccontare una storia di grande valore umano e sociale. Si chiama Amnaj Ruenroeng, non più un ragazzino, è il più anziano del gruppo, compirà trent’anni a dicembre. Si è conquistato il posto ai Giochi grazie ai mondiali di Chicago dove è salito sul podio ottenendo il bronzo nei minimosca. A Pechino, lottò strenuamente per ripetere l’impresa dei mondiali. Non glielo permise il mongolo Purevdorj, altro talento asiatico, giunto all’argento. Al momento dello stop in finale contro Zou, al secondo round, la situazione era in equilibrio. Ruenroeng quest’anno si è imposto nella King’s Cup, ripetendo il successo del 2008. Nel 2007 si era fermato all’argento, dopo aspra battaglia con Sherali Dustiev del Tajikistan. Terzo ai Giochi d’Asia, si è confermando il migliore thailandese anche salendo nei 51 kg. Nel 1994, nella caotica Bangkok, il quindicenne Amnaj era già popolare fra i coetanei e ben conosciuto alla polizia. La sua specialità era il furto con destrezza e su quello era un maestro. Diverse volte finito in riformatorio, sembrava irrecuperabile. La prima volta che entrò in prigione aveva 16 anni ed ebbe la fortuna di incontrare un educatore che capì che al fondo degli occhi di quel ragazzo in apparenza sfrontato, c’era qualcosa di buono. Iniziò così la battaglia più difficile per Amnaj Ruenroeng. Qualche tempo dopo, vista la buona condotta meritò di far parte del programma di recupero attraverso lo sport e scelse la boxe. Era uno scricciolo di 44 kg. ma teneva testa a ragazzi più grandi e pesanti. Vinse un paio di tornei, ottenne il permesso di combattere fuori dal carcere e al termine della reclusione decise che la boxe sarebbe stata la sua vita. Era bravo, ma in Thailandia attorno ai 48-50 kg. i campioni si sprecano. Dovette aspettare che i vari Pannon, Pongprayo, Pengseelad, Budee, Pannon e Arsai uscissero di scena, battendone qualcuno, per meritare il posto di titolare. Che tiene ben stretto, orgoglioso di difendere la sua patria sul ring. Da pessimo esempio ad atleta esemplare, grazie alla noble art. La Thailandia non ha portato a Milano le due medaglie di Pechino e pure medagliati ai mondiali del 2003, il mosca d’oro Somjit Jongjohor e il superleggero d’argento Manus Boonjumnong, che aveva artigliato l’oro ad Atene, tenuto a bada dal dominicano Diaz, la più grande sorpresa dei Giochi. Sono arrivati a Milano sei pugili, contro gli otto di Chicago e Pechino, cinque inediti per il mondiale. La scelte di Mirzo Shamsiev, si sono lo orientate su questi nomi. 58 kg.: Kaeo Pongprayoon (28-3-80); 51: Amnaj Ruenroeng (18-12-79); 54: Chatchai Butdee (26-3-85); 57: Wuttichai Masuk (16-3-90); 60: Saylom Ardee (7-7-86); 64: Apichet Seansit (1-7-87). Detto di Ruenroeng, i prescelti si sono tutti imposti nella King’s Cup allestita a Bangkok in aprile. Non è stato ritenuto maturo per una rassegna così impegnativa il medio Angkhan Chomphuphuang, impostosi in finale su Cho Deok Jin, che fa parte della squadra coreana. Il minimosca Kaeo è di buon livello, come ha dimostrato nella Coppa d’Asia, vinta con bella autorità, in particolare superando in finale l’altissimo e giovane indiano Nanao Singh, messosi in luce nel 2007, imponendosi tra i cadetti al torneo di Nuova Dehli, valore confermato al mondiale youth vinto lo scorso anno in Messico. Aver saputo tenere a bada la grande mobilità di Nanao non è merito da poco.
Il gallo Butdee, ha invece pagato scotto in Cina, proprio contro l’indiano Komar, che ha poi pagato lo sforzo, uscendo dal podio più alto. Da osservare attentamente il piuma Masuk, diciannove anni, che ha vinto il campionato d’Asia tra la sorpresa generale. Si era fatto notare alla King’s Cup, ma pochi pensavano potesse spuntarla nella rassegna che convoglia il meglio del continente. Ha dato dimostrazione di grande acume tattico e di una certa potenza, sia contro il nipponico Shimitzuedin che in finale di fronte all’uzbeko Taybayev superato con un netto 12-5. Da seguire con attenzione. Il leggero Saylom Ardee è alla prima esperienza mondiale ma non nuovo a buone imprese. Da tre stagioni è il migliore tra i 60 kg. ma pagava la maggiore esperienza di Piachal Sayota, preferito sia a Chicago che per le qualificazioni ai Giochi, dove si fermò subito ad opera del coreano Baik, a sua volta stoppato da una ferita. Per Ardee è arrivata l’opportunità importante, vedremo come saprà sfruttarla. Infine, il superleggero Apichet Seansit, che sostituisce il numero due di Pechino, Manus Boonjumnong, uno dei pugili più amati in Thailandia. Compito difficile e lui ben lo sa. Per la cronaca, il medagliere mondiale della Thailandia è meno squillante di quello olimpico, dove figurano 4 ori, 3 argenti e 7 bronzi, contro un solo oro nel 2003 a Bangkok in casa, grazie al magico Somjit Jongjohor che si permise il lusso di battere il pur lanciatissimo cubano Yuri Gamboa nei quarti di finale. Edizione generosa per la Thailandia che raccolse il bronzo col superleggero Manus Boonjumnong e l’argento per merito del leggero Sayota, fermato dal cubano Kindelam per l’oro. Oltre al primo posto di Bangkok, nel complesso, ha raccolto tre argenti e tre bronzi. Non un bilancio esaltante per una nazione dove gli sport da combattimento sono ai vertici della passione nazionale.
Cattolici e buddisti thai discutono di testamento biologico e diritto alla vita di Weena Kowitwanij
Nel Paese si stila un progetto di revisione costituzionale della legge sul fine vita. Il diritto a fissare un limite alle terapie non deve ledere il valore supremo della dignità umana. Monaco buddista invita ad accettare “dolore e malattia”; sacerdote cattolico sottolinea l’importanza della “cura spirituale”.
Bangkok (AsiaNews) – “Il giorno prima che morisse, sono andata al mare con mio figlio. Sulla via di casa, egli ha appoggiato la sua testa sulla mia spalla e mi ha detto ‘Mamma, sono così felice oggi’. L’indomani è spirato in modo sereno fra le mie braccia”. È quanto racconta ad AsiaNews una madre, il cui figlio di 10 anni è morto di leucemia dopo una lunga malattia. “Ricordo ancora – aggiunge Rangsima Boonyabhum – le sue ultime parole… ‘Ciao… mamma’”.
In Thailandia si discute di testamento biologico e fine vita, oggetto di un convegno organizzato dall’Ufficio del Comitato nazionale sulla sanità. Durante gli incontri si è parlato del “diritto di autodeterminazione” e del “diritto di rifiutare le cure” per malati terminali. I partecipanti hanno inoltre espresso pareri e impressioni in merito alla National Health Act del 1997 che, al paragrafo 12, sancisce il diritto del malato a fissare i limiti di cura in caso di coma o stato vegetativo. Esso prevede inoltre che siano autorizzate “terapie che mettano fine al dolore”.
Chatree Charoensiri, segretario generale dell’Ufficio del Comitato Nazionale sulla Sanità, precisa che nella revisione del paragrafo 12 della legge vanno presi in esame diversi elementi, fra i quali “la legge, la società, la cultura e la religione”, per non scatenare “conflitti” e garantire “ai malati la scelta”. Al termine del convegno – spiega il medico – il Comitato elaborerà una bozza “da sottoporre all’esecutivo per l’approvazione”.
L’associazione mondiale dei medici garantisce il diritto all’autodeterminazione del malato; la Costituzione thai e il progetto di revisione della legge fanno però un preciso riferimento alla dignità umana e al diritto alla vita.
Phra Phaisan Visalo, monaco buddista, sottolinea che “il dolore, la disabilità e la malattia non vanno considerati dei nemici, ma accettati con saggezza”. Egli precisa che “le persone devono morire di morte naturale” senza interventi esterni o strumenti che costituiscono “una eutanasia passiva”; al di sopra di tutto, aggiunge, vi è il rispetto per la vita.
John Baptist Siranon Sanpetch, direttore dell’ospedale San Camillo nella diocesi di Ratchaburi, apprezza le basi poste dall’articolo 12, ma chiarisce che un eventuale testamento biologico deve “rendere più agevole il consenso fra medico e paziente sul tipo di cura da somministrare”. Il medico deve continuare a lenire i sintomi della malattia, ma a questi elementi va unita “la cura spirituale e il sostengo dei parenti”.
Toemsak Phungrasami, oncologo in un centro della provincia di Songkhala, chiarisce che è doveroso inserire il respiratore al paziente, anche se questo serve a mantenerlo in vita “per un giorno solo”. È giusto che il malato “possa dire addio ai parenti, agli amici”. “Morire di morte naturale – conclude – è il modo migliore, il paziente riceverebbe solo la cura indispensabile per lenire i sintomi de momento”.
Bangkok, trafficanti di droga giustiziati con una iniezione letale di Weena Kowitwanij Fonte: http://www.asianews.it/
Arrestati e condannati nel 2001, essi hanno ricevuto un preavviso di poche ore. Hanno lasciato un testamento, telefonato ai familiari e consumato l’ultimo pasto, poi l’esecuzione. Responsabile dell’antidroga sottolinea che è una punizione “esemplare”. Nelle carceri thai vi sono 32 prigionieri nel braccio della morte.
Bangkok (AsiaNews) – “Ho detto loro di pentirsi per i peccati commessi e di non nutrire sentimenti di vendetta, per un viaggio pacifico verso il mondo che verrà”. Sono alcuni passaggi del sermone pronunciato dal monaco buddista Phrakru Mahasrinonthawat a due condannati a morte, poco prima di essere giustiziati. “Erano profondamente addolorati – racconta l’abate del tempio di Bangpreaktai, provincia di Nonthaburi – i loro visi erano smunti, le loro mani tremendamente fredde”.
Bundit Jaroenwanit, 45 anni, e Jirawat Poompreuk, 52 anni, sono stati uccisi con una iniezione letale il 24 agosto scorso nel carcere di Bang Khwang, in Thailandia. Entrambi sono stati arrestati nel 2001 per traffico di droga; la polizia li aveva sorpresi con un carico di 114.219 perle di metanfetamina, per un valore pari a 1,2 milioni di dollari Usa.
È il secondo caso di condanna a morte per iniezione letale dal 2003, quando un emendamento all’articolo 19 del codice penale ha cambiato i termini dell’esecuzione: dalla fucilazione all’iniezione letale.
Jaroenwanit e Poompreuk hanno saputo il giorno stesso dell’esecuzione della sentenza, con un preavviso di poche ore. Essi hanno avuto solo il tempo di scrivere le ultime volontà, telefonare alla famiglia, consumare l’ultimo pasto e ascoltare il sermone del monaco buddista.
“Dopo aver ascoltato le mie parole – aggiunge Phrakru Mahasrinonthawat – mi hanno chiesto di poter toccare la mia tonaca; io ho preso le loro mani fra le mie, per consolarli. Ho fatto del mio meglio, perché se ne andassero in pace”. I giustiziati hanno ricevuto tre iniezioni: la prima un sedativo; la seconda un rilassante dei muscoli; la terza, quella fatale, una droga che ha fermato il loro cuore.
Chartchai Sitthikrom, del comitato di prevenzione e controllo del narcotraffico, spiega che si tratta di una punizione “esemplare”, perché altri implicati nel giro della droga interrompano i loro traffici. “Un carcerato che attende l’ultimo giorno vive nella sofferenza – continua – senza sapere quando verrà il tempo di eseguire la condanna. È come essere dei morti viventi, sotto pressione e senza libertà”.
Dal 1996 a oggi in Thailandia sono state eseguite più di 100 condanne a morte, per reati che variano dal traffico di droga, alla violenza sessuale, all’omicidio. Attualmente sono 32 i prigionieri nel braccio della morte, in attesa di essere giustiziati.
In certi angoli di mondo è sufficiente pagare un modesto biglietto d'ingresso per poter avere il raro privilegio di compiere un vero zoo-safari tra autentici «etnici in cattività». È questo il caso dell'estremo nord-ovest della Thailandia. Una tropicale e verdeggiante regione ove, da decenni, affluiscono senza posa i profughi della minoranza etnica dei Karen. Uomini, donne e bambini fuggiti alla sanguinosa guerra civile che questa minoranza etnica combatte per la propria autonomia contro il regime militare birmano di Rangoon. È in questa stessa regione, a una sola manciata di chilometri dal confine con il Myanmar e dallo stesso Triangolo D'oro, che, da qualche anno, il governo thailandese, in coordinamento con tour operator locali, ha trovato il modo di tesaurizzare la presenza dei Karen, attraverso una sistematica promozione del turismo etnico. I protagonisti sono gli stessi Karen. Vittime di un limbo senza fine. Ospiti in una terra straniera che, nell'offrire ospitalità, ne ha tuttavia congelato l'identità. Persone senza volto, a cui è negato ogni diritto di integrazione sociale o riconoscimento di una cittadinanza. Numerosissime sono le agenzie locali che propongono accattivanti pacchetti turistici dal sapore etnico. Tour alla scoperta dei tribalissimi Karen, così da poterli vedere da vicino, osservarne le abitudini e stare al loro fianco nella vita quotidiana. Uscendo dalla cittadina di Mae Hong Son, nel giro di poche ore, si possono raggiungere con facilità i campi profughi Karen pubblicizzati dai tour operator e trasformati, per lo scopo, in improbabili villaggi tribali. Alle strade diritte e asfaltate che vi conducono si susseguono sentieri polverosi, battuti su e giù da pick-up farciti di turisti. Qua e là, sporadiche, persone chine che lavorano nei campi. Più oltre, chiese appuntite che spuntano tra la folta giungla e, di tanto in tanto, cartelli gialli, inchiodati alti ai tronchi degli alberi, con lapidarie scritte in thai: «Dio osserva i tuoi peccati». Un monito disseminato come mine sparse un po' ovunque. Una rudimentale, quanto efficace, forma di controllo sociale messa in atto dai missionari protestanti che qui imperversano ovunque, facendo abbondanti messi umane. In breve iniziano ad apparire anche degli sbiaditi cartelli stradali di colore grigio, con frecce indicatorie: Karen village. Sono i segni che gli insediamenti non sono ormai distanti. Un arco trionfale in bambù, con tanto di scritta welcome e immagine dipinta di una «donna collo lungo», dice finalmente, dopo un'ennesima curva, che si è giunti a destinazione. Una «donna collo lungo», sì. Epiteto volgare e volgarizzante usato da queste parti per designare uno dei sottogruppi dei Karen, quello dei Kayan per l'appunto. Una minoranza le cui donne, assecondando un'arcaica usanza, indossano una serie di anelli metallici che hanno come risultato un vistoso allungamento del collo. Un antico mito narra infatti di come l'etnia dei Kayan, fosse originariamente nata dall'unione sacra tra un essere divino celeste, La Nan, e una potente dragonessa, Ka Kwe Bu Pe, letteralmente «la dama dallo scialle bianco e scarlatto». L'usanza di indossare gli anelli metallici avrebbe origine dunque in questa epoca mitica, come segno di identità culturale e come evidenza tangibile della discendenza diretta dalla dragonessa divina dal lungo collo. Costituito da due spirali metalliche sovrapposte, ottenute da un unico doppio filo di ottone avvolto delicatamente attorno al collo, il collare è indossato dalle fanciulle, a partire dal quarto anno di età. Ad esso vengono aggiunti, anno dopo anno, altri anelli, così da esprimere visibilmente la condizione sociale e lo status stesso della donna che li indossa. Arrivati all'ingresso del «villaggio», pagando un modesto biglietto d'ingresso di 250 Bath (qualcosa in più di cinque euro), si ha modo di accedere al regno delle «donne collo lungo». Duecento cinquanta Bath per essere invitati all'assurdo spettacolo di etnici detenuti in invisibili gabbie. E lo spettacolo è davvero assurdo. Sì, perché un campo profughi, seppur camuffato da villaggio in piena regola, mantiene un retrogusto di dolore e di desolazione che è difficile da dire. Non possiede radici. Uno spettacolo assurdo anche perché un etnico con il collo lungo, mansueto sotto i colpi di infiniti scatti fotografici, docile e cedevole ad assumere qualsiasi posa plastica gli venga richiesta pur di accontentare i gusti del visitatore, non è più una persona ma una mezza bestia sfinita e sfibrata dalla detenzione prolungata. Assurdo lo show, anche perché un popolo di antichi cacciatori e di agricoltori, ridotto a guadagnarsi il proprio vivere da dietro bancarelle ricoperte di chincaglieria, è ormai un popolo senza più una identità accettabile. Quella in vendita è davvero una chincaglieria, ossessionante, che riproduce a gran voce sempre e solo lo stesso messaggio: «colli lunghi»". E allora cartoline ingiallite con bimbe e donne sorridenti con i loro colli lunghi. Statuine in legno intagliato, di tutte le fogge e dimensioni, che ritraggono esili e stereotipate donne con il collo lungo. Bamboline sintetiche con colli lunghi. Anelli in ottone, destinati a rendere i colli lunghi, che attendono solo che un collo occidentale le acquisti come souvenir. Un intero artificiale villaggio edificato attorno e in funzione di interminabili file di bancarelle. Di controcanto a questo spettacolo della desolazione, gli impassibili e inossidabili turisti: sorridenti e indifferenti, appagati con un paio di cartoline e con una fotografia fatta al proprio bimbo deposto momentaneamente in grembo ad una donna «collo lungo», o quella scattata alla propria moglie mentre indossa per qualche secondo un vistoso fac simile del fardello metallico che ha reso note le tribali. L'occhio avido e prensile si coniuga con una basica bulimia da shopping. E tutto lì si concentra. Tutto il resto sarebbe solo un domandar troppo, francamente non esigibile da chi si vuole solo godere una vacanza di qualche giorno ai tropici. Si avanza senza posa e si consuma. Poi, come si girerebbero le spalle ad una donna cannone o ad una signora barbuta non appena dopo averla vista e osservata da vicino, i turisti, terminato il breve giro, con aria vaga, si avviano nuovamente verso l'ingresso dove l'autista li stava ad attendere. È passata poco più di mezz'ora. Le «donne collo lungo» restano invece dentro. Questo per loro, in effetti, non è il vecchio villaggio del Myanmar da cui si è scappati pagando sottobanco ai militari della frontiera. È il campo profughi di permanenza temporanea a cui si è state un tempo destinate e da cui non si può uscire né guardare fuori. Uno zoo in cui degli esseri umani pagano per vedere altri esseri umani, creduti diversi.
(AGI) - Firenze, 22 ago. - Sua Altezza Reale Chulabhorn Mahidol, Principessa della Thailandia, lunedi', 24 agosto, sara' al Polo scientifico di Sesto Fiorentino per visitare i laboratori del Cerm e per incontrare il professor Ivano Bertini e il suo staff. La principessa e' la figlia piu' giovane di Bhumibol Adulyadej re di Thailandia, ha studiato chimica, laureandosi nel 1979 alla Facolta' di Scienze della Kasetsart University, in Thailandia; ha proseguito i suoi studi alla Madidol University dove ha ottenuto il dottorato nel 1985. Si e' specializzata in "tossicologia" ma le sue ricerche variano dalla chimica dei prodotti naturali alla biomedicina. E' oggi presidente dell'istituto di ricerca da lei fondato. E' fortemente impegnata nella promozione della ricerca scientifica tanto che e' stata insignita della "Einstein medal" dell'Unesco; e' stato il primo scienziato asiatico chiamato a far parte, come socio onorario, della Societa' Chimia Reale inglese. Sua Altezza Reale e' a Firenze dove presenta una relazione alla X International Conference on Environmental Mutagens. "Siamo onorati che la principessa abbia chiesto di visitare il Cerm - commenta Ivano Bertini, direttore del centro - la doppia veste di Principessa reale di Thailandia e di ricercatrice da' una prospettiva speciale alla visita anche in vista di possibili nuove collaborazioni internazinali. Sua Altezza Reale e' interessata agli studi di biomedicina del Cerm, agli studi di metabolomica e alla realizzazione della da Vinci European Biobank. Fra i molti studenti stranieri al Cerm c'e' stato anche Pornthep Sompornpisut, ora Assistant Professor alla Chulalongkorn University di Bangkok. I legami di Bertini con la Thailandia risalgono al 1988 quando co-organizzo' il primo di una serie di congressi chiamati Eurasia Conference on Chemistry con il vicerettore della Chulalongkorn University di Bangkok. Inauguro' il convegno Sua Altezza Reala la sorella maggiore, Maha Chakri Sirindhorn. Bertini spera anche di discutere con la Principessa il ruolo della ricerca scientifica nella crescita culturale ed economica dei vari paesi e del ruolo della collaborazione scientifica internazionale per una migliore qualita' della vita dell'uomo.
Problema dei Rifiuti a Phuket, si teme disastro ecologico, si stimano 800tonnellate di rifiuti al giorno!!! Purtroppo in questi paesi in via di sviluppo si utilizza troppa plastica, mentre in Italia che ci siamo già “passati in questi problemi” dal 2010 saranno obbligatori i sacchetti biodegradabili (http://ecoalfabeta.blogosfere.it/2006/11/stop-ai-sacchetti-di-plastica.html) Purtroppo il problema rifiuti in Phuket sarà a breve uno tra i più drammi più grandi di questa isola, più della cementificazione assassina, più dello scempio naturale in atto per costruire inutili strade ed opere. Se la crisi mondiale ha “fermato” leggermente avanzata del cemento non ferma di certo i consumi, e nei 7Eleven oppure lungo le bancarelle per strada tutti i commercianti ci “regalano” quintali di plastica pro capite. (Turisti compresi) Ne parlavo qui: http://amicidiphuket-giornale.blogspot.com/2008/03/ignoranza-e-consumismo-due-demoni.html
Cosa possiamo e cosa potete fare voi turisti nell'immediato? NON USARE PLASTICA!!! Se fate shopping andate con la vostra borsa in tela, se vi rifilano la busta al 7Eleven dite NO GRAZIE, nelle bancarelle per strada cercate quando possibile di evitare inutili contenitori ed imballaggi! Se volete che Phuket rimanga il vostro paradiso preferito per almeno qualche anno ancora, aiutiamo i Thai a capire che devono usare meno plastica! Anche se sarà un'impresa disperata io ci provo e lancio il messaggio a tutti voi. Saluti da Phuket.
Martino M.
Fonte: www.phuketgazette.net
Phuket's men of the cloth in plastic purgatory
The landfill, built on 120 rai of reclaimed land, is surrounded with mangroves.
Phuket Provincial Energy Office director Jirasak Thommayet.
PHUKET CITY: With the landfill at Saphan Hin continuing to pile up at the alarming rate of about 300 tonnes of waste per day, the provincial government hopes a new campaign promoting the use of cloth bags will help cut down the waste stream until a second incinerator is completed.
The island’s sole incinerator, built and operated by Phuket City Municipality but responsible for all of the island’s waste, can process just 250 tonnes per day.
Phuket now produces an average of 540 tonnes of waste daily, so the 290 tonnes that can’t be burned must be added to the landfill.
The overburdened landfill now has four-meter-high berms surrounding it to contain all the extra garbage – and more is coming.
Phuket will produce 800 tonnes of garbage per day within five years, according to official estimates.
The growing volume of garbage has already caused one ecological disaster.
In June 2007, heavy rains caused a highly toxic plume of water from plastic-lined leaching ponds to enter surrounding mangroves and waterways, killing millions of farmed fish.
Stench from the pile has also made residents of the nearby Ban Saphan Hin miserable, especially on days when onshore winds blow the stench straight into their community.
Help is on the way, but a new 600 tonne per day incinerator planned nearby won’t open until October 2010, at the earliest.
In the meantime, Phuket is facing a garbage crisis.
But the province has a new weapon in the fight to reduce the amount of garbage it generates: the cloth bag.
This week Phuket Governor Wichai Phraisa-ngop launched a campaign to encourage island residents to swap their plastic bags for re-usable cloth carriers.
The project, run by Phuket Provincial Energy Office (PPEO), is being branded with the name ‘Phuket Green Island’.
PPEO director Jirasak Thommayet said the ambitious project aims to reduce the volume of plastic bags used in Phuket by 60 percent, equivalent to 5,000 tonnes per year.
“We need to take care of our island, starting by reducing the number of plastic bags we use and replacing them with cloth,” he said.
Cloth bags will be promoted with posters showing the governor – one hand clutching a cloth bag, the other giving the ‘thumbs up’ – above the message: ‘Let’s use cloth bags together’.
The project will include asking local businesses to offer discounts to customers who use cloth bags rather than plastic.
“We’re also asking local government organizations to provide budgets to make cloth bags for Phuket villagers,” Mr Jirasak said.
Dopo lo scandalo Aeroporti e truffe, dopo i raggiri di Phuket Jet Ski e motorbike for rent, udite udite il governatore in persona scende in campo con un plateale:
QUESTA STORIA DEVE FINIRE!!!
(Altrimenti i turisti non tornano)
Alla faccia penso io, sono anni che nel mio Blog e nel forum di Visaforthai se ne parla!
Bhe meglio tardi che mai, vi riporto la notizia in Inglese dal sito: http://phuketwan.com
Raccontate la vostra storia è importante far conoscere questi "trucchetti" per evitare di far spillare soldi al turista!
Mandate una mail qui: amicidiphuket@email.it sarà un piacere pubblicare nel mio Blog il vostro racconto.
Phuket Scams 'Must End to Save Tourism' By Chutima Sidasathian and Alan Morison
Tuesday, August 18, 2009
JET-SKIS and motorbike taxis will come under much closer scrutiny to prevent tourists being victims of rip-offs and scams, the Governor of Phuket, Wichai Praisa-nob, said yesterday.
''Some authorities'' have also been taking commissions, and this had to stop, he added.
''I believe there have been many incidents, particularly involving Australians, who are Phuket's best customers. But they will head for Bali unless we stop this problem.''
Diplomats have been raising Phuket's scams at the same time as national leaders seek to clean up Thailand's image and attract back tourists.
Phuket's scams are now being recognised as causing as much damage to Thailand as the scandals at Suvarnabhumi airport involving alleged extortion, ''black'' taxis, illegal guides and thefts from baggage.
Airports of Thailand is now calling on state security agencies to draw up new measures to deal with problems at the airport.
Prime Minister Abhisit Vejjajivas visited the airport on Saturday. Leading diplomats from several countries have told Khun Abhisit and Deputy PM Suthep Thurksuban that scams and ripoffs have to stop in Phuket, too.
Khun Wichai said yesterday: ''I came here thinking that what Phuket needed was infrastructure and a strategy for future development.
''Now I find that there are problems that really should not exist and be allowed to continue on an island that wants to encourage tourists to come here.
''There is no future in ripping off tourists, because they won't come back.''
If diplomats are now telling the national government and the governor that the problems must end, then the scams and the scandals have clearly reached a new plateau.
AoT president Serirat Prasutanond said the outside security agencies were expected to come up with their proposals for Suvarnabhumi and submit them to AoT executives on Thursday.
The governor also plans meetings later this week and next week, focussing on the future of jet-skis, which were at one stage going to be phased out on Phuket.
Dal Forum VisaforThai dite la vostra storia, evitiamo di farci truffare!!!
No non il gogo' dove non vi danno lo scontrino mentre bevete una birra e poi vi ritrovate da pagare 1.000 bath perche' sono diventate 5, ma una lista seria di cio' che nel tempo puo' succedervi-ci da semplici turisti o residenti ammogliati.....
- Nei negozi del duty free dell' aereoporto se vi fermate a gurdare qualcosa e lo prendete in mano per osservarlo meglio e poi lo rimettete a posto potete essere arrestati per furto, essere avvicinati da un interprete che vi chiede 10.000 euro e piu' per essere rilasciati e se vi rifiutate mandati 2 mesi nella "casa delle scimmie" nota prigione Thailandese.
-Nella BTS o SKY TRAIN potete essere fermati dalla sicurezza con l'accusa di aver gettato un mozzicone di sigaretta per terra, rinchiusi in una stanza dove piu' guardie con fare brutale vi aggrediscono e vi chideno di pagare 10.000 bath di multa.( non importa se fumate o no)
-se noleggiate un motorino quando lo riportate vi dicono che sul contratto non c'e' scritto di nessuna cauzione e vi perdete i soldi, se contestate vi trovate d fronte 4 thai coltelli in mano che vi spiegano che e' meglio lasciar perdere.
-se noleggiate una moto d'acqua ci sara' sempre un graffio da qualche parte che ovviamente avete fatto voi, la richiesta in media e' di 30.000 bath fino a 50.000, se non pagate e ve ne andate al vostro rientro in hotelcasa vi trovate il noleggiatore con poliziotto che vi spiegano che o pagate o venite arrestati e deportati.
-Vi rubano il passaporto, lo perdete, si rovina, finche' il consolato non vi rilascia un duplicato, un mese di attesa la momento, siete degli illegali ho potete rinunciare al resto della vacanza e farvi rimpatriare con un bel foglio di via.
Dopo 4 mesi ritornano a manifestare i sostenitori dell'ex premier condannato in contumacia per conflitto d'interessi e corruzione
Cinque milioni di firme per chiedere il perdono reale per il loro ex primo ministro Thaksin Shinawatra. E' quanto riportato nel documento presentato ieri a Bangkok durante il maxi radundo dei sostenitori del politico in esilio, la prima manifestazione dopo i disordini di aprile. Trentamila "camice rosse" hanno ricordato che la Tailandia è sempre più divisa e che ciò sta alimentando la violenza della gente nelle piazze. Al popolo rosso pro-Thaksin, formato prevalentemente da contatini poveri del nord e nord-est del Paese, si oppone la fazione gialla che ha permesso l'elezione di Abhisit Vejjajiva. Quest'ultimo nel corso di un incontro con i giornalisti ha messo in guardia i manifestanti di non ricorrere all'uso della violenza. Dall'altra parte è giunta la severa condanna all'attuale primo ministro di aver lasciato impuniti i suoi sostenitori che l'anno scorso avevano bloccato gli aeroporti internazionali del paese. Thaksin Shinawatra, uomo d'affari di 60 anni, è stato a capo del governo di Bangkok per cinque anni, dal 2001 al 2006, per poi essere rovesciato da un golpe messo in atto dai generali fedeli al sovrano mentre Shinawatra si stava recando in visita a New York. Già all'inizio della carriera politica l'ex leader del partito populista Thai Rak Thai fu vicinissimo all'arresto per l'accusa di conflitto d'interessi nel quale era coinvolto per essere contemporaneamente a capo della Shin Corporation che controlla, fra le altre, la più grande compagnia di telefonia mobile. Diversi scandali ai quali sfugge negli anni anche grazie alle manipolazioni delle indagini e alla corruzione dei giudici gettano diverse ombre sulla sua carriera politica. L'appoggio delle televisioni statali e la campagna elettorale sfrenata che condusse durante il periodo pre-elettorale lo portarono a stravincere le elezioni presidenziali del 2005 e ad aggiudicarsi 347 seggi su 500 in Parlamento. Nell'agosto del 2008 i giudici emettono un mandato d'arresto per lui e la moglie con l'accusa di frode ed evasione fiscale. Lo scorso ottobre la Corte Suprema lo ha condannato in contumacia a due anni di reclusione per il reato di conflitto d'interessi. Da allora l'ex uomo più ricco di Tailandia, già proprietario del club calcistico Manchester City, vive a Londra sotto l'asilo politico del governo britannico. Da qui riesce a raggiungere i suoi sostenitori attraverso telefonate radiofoniche e messaggi video.
Era rimasta mutilata per l'esplosione di una mina Lampang (Thailandia), 16 ago. (Ap) - Motola, un'elefantessa che aveva avuto la sventura dieci anni fa di incappare in una mina in Thailandia, perdendo una gamba, potrà tornare a camminare normalmente grazie a un arto artificiale progettato appositamente per lei. La sua vicenda aveva avuto vasta eco sulla stampa locale, sollecitando interventi e donazioni. La gamba artificiale, in plastica, è stata modellata da esperti sulla base della struttura del pachiderma. La gamba le è stata applicata oggi, e ora comincerà un periodo di "rieducazione" per abituare il pachiderma ad usarla. Non è il primo caso del genere. Già nel 2007 a un altro elefante, Mosha, anch'esso vittima di una mina, era stata applicata un'analoga protesi, alla quale si è abituato senza troppi problemi. I due pachidermi sono assistiti nello Elephant Hospital, prima struttura del genere al mondo, gestita da un'associazione chiamata "Amici dell'elefante asiatico"
(ASCA-AFP) - Bangkok, 14 ago - La Thailandia ha esortato i membri dell'Associazione dei paesi del sud-est asiatico (Asean) affinche' chiedano al leader della giunta militare birmana Than Shwe la grazia per Aung San Suu Kyi, condannata a scontare 18 mesi agli arresti domiciliari.
''Stiamo cercando il consenso tra i membri Asean per la grazia di Aung San Suu Kyi'', ha spiegato il ministro degli Esteri Kasit Piromya. ''Per prima cosa chiediamo che venga graziata. Poi, per quanto riguarda gli altri prigionieri politici, abbiamo chiesto la loro liberazione diverse volte'', ha affermato.
La comunita' internazionale, in primis Ue e Usa, hanno espresso grande rabbia per il verdetto emesso dalla giunta del Myanmar contro la leader democratica del Paese, ma la reazione dell'Asean e' stata, come gia' in passato, molto contenuta.
Il blocco, formato da 10 nazioni, e' attualmente guidato dalla Thailandia e piu' volte e' stato oggetto di forti critiche per la linea morbida adottata nei confronti del Myanmar. http://it.wikipedia.org/wiki/Aung_San_Suu_Kyi Leggi qui per capire chi è Aung San Suu Kyi
Siccome, forse, sono troppo addentro a quello che e' la situzione thailandese, e' sto cominciando a diventare troppo pessimista, vi chiedo quindi di commentare le due notizie che seguono.
So che molti entrano come visitatori, andiamo ragazzi, inscrivervi e' solo cinqie minuti di tempo ed e' gratis, soprattutto se vivete in Italia, sono molto curioso di sapere il vostro parere, anche poche parole ma commentatele.
PHUKET CITY: -- The tsunami direct detection buoy launched from Phuket in 2006 is inoperable because the Thai agency responsible for maintenance has not been able to replace its battery, the Gazette has learned.
The Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis (DART) buoy was put into place 600 nautical miles northwest of Phuket early in December 2006.
After its deployment, maintenance of the buoy fell to the Thai government.
Funded by the US government’s USAID program, the buoy was the first of its kind deployed in the Indian Ocean.
It is linked to a highly-sensitive pressure sensor on the seabed that measures the mean height of the water column above.
This information is relayed to a satellite that links to the US government tsunami warning center in Hawaii.
Supplied as part of US$16.6 million in funding for the US Indian Ocean Tsunami Warning System (IOTWS) Program, the buoy gave Thailand for the first time the ability to detect directly any tsunami waves before they hit land. That ability is now history, the victim of a dead battery.
According to the US Government’s National Data Buoy Center, the buoy sent out the last of its 15-minute-interval signal messages on June 16 this year.
Chotenarin Kerdsom, who heads the Department of Disaster Prevention and Mitigation Phuket Office (DDPM-Phuket), confirmed that the buoy’s battery is dead.
“The original battery was designed to power the unit for one year, but fortunately it ran for two years. If we install a new battery it will resume sending its signals,” he said.
The National Disaster Warning Center (NDWC) that is now responsible for maintaining the buoy has yet to get budget approval to install a new battery, he said.
“They will have a chance to get a budget in fiscal 2010, but it will require approval from the Budget Bureau,” he said.
The buoy is not under Thailand’s complete ownership. The signals it transmits are first received at the US Government’s Pacific Tsunami Warning Center in Hawaii before re-transmission to Thailand, Mr Chotenarin explained.
The battery required is not expensive, but the mission to replace it would require a budget of at least 10 million baht, he said.
The buoy is in international waters and the round-trip mission would take at least five days using a large ship, preferably under escort of a Navy vessel to protect it from pirates, he said.
Until the existing buoy gets a new battery, the NDWC will have to rely primarily on seismic information when deciding to issue a tsunami alert, he admitted.
-- Phuket Gazette 2009-08-10
Dunque, dopo lo Tsunami e' stato approntato tutto un sistema per allertare in tempo tutte le nazioni che possono essere colpite dal prossimo( di cui parleremo piu' avanti).
Il costo globale dei sensori posizionati nell' oceano, il satellite, il centro di ricerca che elaborano questi dati sono costati " 16,6 MILIONI di DOLLARI.
Allora la Thailandia non ha ovviamente pagato niente, so' poveri quaglioni, il costo se lo sono sobbarcato tutta una serie di enti tra cui quelli governativi AMERICANI.
Il 16 giugno la batteria del sensore che rileva' i dati delle onde per la costa Thailandese e li manda al satellite si e' scaricata, doveva durare un' anno ma per fortuna e' durata due....e qui' il problemone.
I thailandesi, che non hanno una lira....si va bene qualce centinaio di milioni per organizzare summit li trovano, ma per mandare una barca a sostituire la batteria no!!!
Perche' il costo, dicono, non e' nella batteria stessa, ma la barca che dovrebbe andare a cambiarla.
Parlano di 10 miloni di bath (200.000 euro) per organizzare una missione del genere...e qui' mi chiedo perche'...perche'...perche' devono raccontare certe stronzate perche'....hanno navi militari ovunque impegnate in niente, perche' nemici non ce' ne sono, hanno unita' navali civili a bizzeffe.....200.000 euro per mandare una nave a qualche decina di chilometri dalla costa aprire uno sportello, cambiare una batteria e tornare indietro lo stesso giorno!!!!
Insomma gli hanno regalato un sistema da 12 milioni di euro circa, REGALATO e loro non vogliono spendere quello che nella realta' sara' poco meno di 2 0 3.000 euro per tenerlo attivo!!!!!!
E cosi' amici miei il prossimo Tsunami, se mai dovesse arrivare, lo saprete quando ormai le onde alte 10 metri saranno in prossimita' della costa...ma tanto qualche turista e thailandese in meno non fa' differenza....anzi piu' morti piu' case liberi e terreni nuovi da edificare...e decine di milioni di euro di aiuti che ovviamente finiranno nelle tasche di chi non e' stato colpito, capito mi hai?
Ma la natura ovviamente non segue i ragionamenti Thai e va' a ritmi suoi, ma sembra che gia' abbia dato un avvertimento che e' meglio rispettarla, ed avere i sensori che funzionano:
TOKYO, Aug 11 (Reuters) - A strong earthquake with a preliminary magnitude of 6.6 jolted eastern and central Japan on Tuesday, a government agency said, rattling houses in Tokyo.
The quake, which struck at 0507 a.m. (2007 GMT, Monday), prompted a tsunami warning for waves of up to 50 cm (20 inches) for parts of the Pacific coast, the Japan Meteorological Agency said on its Website (www.jma.go.jp).
A highway was closed and a Chubu Electric Power nuclear power station at Hamaoka shut two units for safety checks.
The focus of the tremor was 20 km (12 miles) deep under Shizuoka prefecture, around 150 km (90 miles) southwest of Tokyo, the agency said.
Reuters
C'e' stato un terromoto in giappone con epicentro nel centro del giappone a 150 km da Tokyo, abbastanza forte 6.6 di magnitudo che ha fatto tremare le case anche a tokio, provocato onde di 50 centimetri e insomma lievi danni...e quindi? che ce ne frega a noi del giappone?
TSUNAMI BULLETIN NUMBER 001 PACIFIC TSUNAMI WARNING CENTER/NOAA/NWS ISSUED AT 2005Z 10 AUG 2009
THIS BULLETIN IS FOR ALL AREAS OF THE INDIAN OCEAN.
... A REGIONAL TSUNAMI WATCH IS IN EFFECT ...
A TSUNAMI WATCH IS IN EFFECT FOR
INDIA / MYANMAR / INDONESIA / THAILAND / BANGLADESH
FOR OTHER AREAS OF THE INDIAN OCEAN REGION...THIS MESSAGE IS FOR INFORMATION ONLY AT THIS TIME.
THIS BULLETIN IS ISSUED AS ADVICE TO GOVERNMENT AGENCIES. ONLY NATIONAL AND LOCAL GOVERNMENT AGENCIES HAVE THE AUTHORITY TO MAKE DECISIONS REGARDING THE OFFICIAL STATE OF ALERT IN THEIR AREA AND ANY ACTIONS TO BE TAKEN IN RESPONSE.
AN EARTHQUAKE HAS OCCURRED WITH THESE PRELIMINARY PARAMETERS
ORIGIN TIME - 1956Z 10 AUG 2009 COORDINATES - 14.1 NORTH 93.0 EAST LOCATION - ANDAMAN ISLANDS INDIA REGION MAGNITUDE - 7.7
EVALUATION
EARTHQUAKES OF THIS SIZE HAVE THE POTENTIAL TO GENERATE A DESTRUCTIVE LOCAL TSUNAMI AND SOMETIMES A DESTRUCTIVE REGIONAL TSUNAMI ALONG COASTS LOCATED USUALLY NO MORE THAN A THOUSAND KILOMETERS FROM THE EARTHQUAKE EPICENTER. AREAS FURTHER FROM THE EPICENTER COULD EXPERIENCE SMALL SEA LEVEL CHANGES AND STRONG OR UNUSUAL COASTAL CURRENTS.
HOWEVER - IT IS NOT KNOWN THAT A TSUNAMI WAS GENERATED. THIS WATCH IS BASED ONLY ON THE EARTHQUAKE EVALUATION. AUTHORITIES IN THE REGION SHOULD TAKE APPROPRIATE ACTION IN RESPONSE TO THIS POSSIBILITY. THE WATCH WILL NOT EXPAND TO OTHER AREAS OF THE INDIAN OCEAN UNLESS ADDITIONAL DATA ARE RECEIVED TO WARRANT SUCH AN EXPANSION.
ESTIMATED INITIAL TSUNAMI WAVE ARRIVAL TIMES AT FORECAST POINTS WITHIN THE WARNING AND WATCH AREAS ARE GIVEN BELOW. ACTUAL ARRIVAL TIMES MAY DIFFER AND THE INITIAL WAVE MAY NOT BE THE LARGEST. A TSUNAMI IS A SERIES OF WAVES AND THE TIME BETWEEN SUCCESSIVE WAVES CAN BE FIVE MINUTES TO ONE HOUR.
LOCATION FORECAST POINT COORDINATES ARRIVAL TIME -------------------------------- ------------ ------------ INDIA NORTH ANDAMAN 13.3N 92.6E 2021Z 10 AUG LITTLE ANDAMAN 10.7N 92.3E 2053Z 10 AUG PORT BLAIR 11.9N 92.7E 2121Z 10 AUG GREAT NICOBAR 7.1N 93.6E 2136Z 10 AUG KAKINADA 17.2N 82.7E 2205Z 10 AUG BALESHWAR 21.6N 87.3E 2231Z 10 AUG MYANMAR PYINKAYAING 15.9N 94.3E 2047Z 10 AUG CHEDUBA ISLAND 18.9N 93.4E 2100Z 10 AUG SITTWE 20.0N 92.9E 2135Z 10 AUG MERGUI 12.8N 98.4E 2243Z 10 AUG YANGON 16.5N 96.4E 2321Z 10 AUG INDONESIA BANDA ACEH 5.5N 95.1E 2204Z 10 AUG THAILAND PHUKET 8.0N 98.2E 2244Z 10 AUG KO PHRA THONG 9.1N 98.2E 2257Z 10 AUG KO TARUTAO 6.6N 99.6E 0012Z 11 AUG BANGLADESH CHITTAGONG 22.7N 91.2E 2340Z 10 AUG
Questo significa una cosa....che i centri sull' oceano pacifico possono monitorare la situazione in generale, attraverso poi le informazioni date dai singoli sensori posizionati sulle coste possono dare previsione accurate e dare il tempo di evacuare alcune zone dove si ha una situazione di pericolo maggiore seguendo lo spostamento delle onde.
E qui' entra in campo il famoso sensore della notizia precedente...quale sensore? a si quel coso che senza una batteria non e' che un pezzo di latta....ma si la spesa di 200.000 euro( buffonata) e' gia' nel bugget del 2010 se mai poi l'approveranno....bhe prima i nuovi aerei da combattimento alla difesa, gli A380 alla Thai Air, poi ci sono le ville da regalare ai ministri, e poi.....poi....poi...a si quella vaccata di robo in mezzo al mare...ma a che ci srve mica ci guadagnamo soldi....sensore satelliti ma che roba sono?
Bene che arrivino le onde alte...apriamo una bella scuola di surf a phuket!!!!
Lo scorso aprile erano rano scesi in piazza, bloccando mezza Bangkok, per poi ritirarsi solo di fronte all'evidente superiorità delle forze dell'ordine. Ma le "camicie rosse" thailandesi, ossia i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra, dopo alcuni mesi di pausa stanno tornando alla carica. E questa volta sono intenzionate a usare la loro arma principale - i numeri - puntando al gradino più alto possibile: re Bhumibol Adulyadej, 81 anni, presso il quale vogliono presentare una petizione per richiedere la grazia al loro beniamino.
A fine luglio, almeno 30mila "rossi" si sono radunati - per l'ennesima volta - nella capitale, in coincidenza del sessantesimo compleanno di Thaksin. L'ex primo ministro, estromesso da un colpo di stato nel 2006, condannato in contumacia per corruzione l'anno scorso e al momento in autoesilio a Dubai, è comparso con un altro messaggio in video, nel quale prometteva di tornare in patria prima del suo prossimo compleanno. Se lo scopo era quello di motivare un bacino elettorale che rischia di perdere la speranza, pare essere stato raggiunto: la petizione in favore di Thaksin, sostengono gli organizzatori, ha raccolto 5 milioni e mezzo di firme e verrà depositata il 17 agosto.
L'attuale governo di Abhisit Vejjajiva, salito al potere lo scorso dicembre grazie a un ribaltone parlamentare (che i "rossi" credono manovrato a tavolino dalle forze armate), si sta sbracciando per dire che la petizione non andrà da nessuna parte. Analisti nei media più vicini agli ambienti monarchici insistono ricordando che re Bhumibol è al di sopra della politica, e non dovrebbe esserci trascinato dalle varie parti in causa - altra verità che i "rossi", combattuti tra la tipica devozione thailandese verso il "padre" reale, cominciano a confutare con sempre più insistenza. Tecnicamente, presentare una petizione del genere al sovrano potrebbe anche essere materiale da accusa di lesa maestà", reato che in Thailandia prevede fino a 15 anni di carcere.
Si ripropone così quello che è stato largamente interpretato come un conflitto tra due blocchi di potere per la guida della Thailandia - l'establishment monarchico-militare consolidato e un movimento popolare che viene dal basso, rappresentato dal "nuovo ricco" Thaksin, che il primo blocco vorrebbe tenere fuori dai giochi a oltranza. Gli osservatori più indipendenti fanno notare che la questione, a lungo termine, non è più solo il ritorno o meno di un ex premier che rimane molto popolare.
"Le classi medio-basse, che fino a qualche anno fa erano trascurate dai vari governi, grazie a Thaksin si sono risvegliate. E non torneranno a dormire, con o senza di lui", spiega Thitinan Pongsudhirak, professore di scienze politiche all'università Chulalongkorn di Bangkok. Un'opinione che trova conferma in piccoli aneddoti di cui molti stranieri trapiantati in Thailandia hanno esperienza diretta: dal venditore ambulante che parla sempre più spesso di politica (e sempre a favore di Thaksin), al tassista che comincia a criticare il circolo di potere attorno a Bhumibol, la cui debolezza di salute avanza col passare degli anni.
Il governo di Abhisit intanto tiene, nonostante alcuni capricci di alleati che fino a nove mesi fa erano suoi rivali. Il giovane premier, che raccoglie il grosso dei suoi consensi tra le classi medio-alte, sta guidando con competenza il Paese attraverso la difficile crisi economica. La Thailandia sembra aver ritrovato la stabilità che sembrava perduta la scorsa primavera, ma potrebbe essere semplicemente il frutto della volontà di entrambe le parti. Nessuno vuole le elezioni ora: né Abhisit, cosciente del rischio di perderle, né i fedeli di Thaksin, che vorrebbero prima un'amnistia per lui e tutti i dirigenti del suo partito estromessi dalla politica per corruzione. Nel frattempo, Abhisit ha introdotto delle misure economiche - sussidi agricoli, bonus per le pensioni - che privilegiano i più poveri, nell'evidente tentativo di ingraziarsi parte dell'elettorato fedele all'acerrimo rivale.
Emigrare veramente in Thailandia non è facile, intendo VIVERCI e con fare sei mesi di ferie, il pensionato che ogni tanto torna in Italy, quello che innamorato si fa cinque viaggi in un anno. Per questi la Thailandia è come il paese dei balocchi perchè fanno parte della categoria OSPITI PAGANTI ai Thai molto gradita. Personalmente in dieci anni di Thailandia dei quali ben tre consecutivi senza uscire dai confini credo d'aver modificato il mio status, pago sempre (quello rimane indiscusso per tutti), ma ho perso alcuni benefici! I Thai non mi sorridono più perchè parlando come loro e capendo certi “trucchetti” si diventa antipatici, non si sfilano soldi facilmente. Mi ritrovo a non essere ne carne e ne pesce, perchè non posso esser trattato da turista e nemmeno da “Farang” dal momento che qui ci vivo, lavoro, ho due figli nati da matrimonio REGOLARE con ragazza Thai. Quindi non sono ne Farang e nemmeno Thai (che Dio me ne scampi) ma allora cosa sono? Sono quello che più di tutti questo popolo detesta, odia, spinto da forti correnti nazionalistiche che arrivano dai piani alti. Non ci credete? Bene leggete qui: http://www.nationmultimedia.com/worldhotnews/30109622/Foreigners-taking-over-land-in-North,-claims-farmers%27-group Questa è di ieri, ma si trovano esempi ovunque di come alla fine appena si arriva ad interagire con loro ci viene chiusa la porta in faccia! Quindi alla fine cosa penso? Che qui si vive bene, vivono meglio i turisti, i malati di “Thailandite”, i semi-residenti, quelli che ottengono il meglio pagando. Gli altri, sposati, imprenditori, lavoratori, emigrati per dovere si devono scontrare con una cultura agli antipodi, contro una società di fatto basata sulla monetizzazione di tutto, SENTIMENTI COMPRESI. Io vivo bene qui con la mia famiglia mista ed ormai ho raggiunto la pace dei sensi, e veramente provo anche a non incazzarmi!! Come faccio? Semplice, basta portare il livello d'interazione al minimo, lasciando a loro la convinzione di essere super eroi e noi poveri coglioni. Tanto come scrive Roberto nei suoi pensieri a ruota libera qui è inutile, si vive in base a quanto hai sul conto, a quanto produci in denaro, a quanto puoi spendere, e dei tuoi pensieri, di come sei, dell'amore che dai ai tuoi figli misti a loro NON FREGA UN CAZ.. Interagire al minimo, farsi i fatti propri, non credere a quello che ti raccontano, e si vive alla GRANDE!!! Naturalmente per quelli che riescono a rispettare le regole e pagare i dazi saliti dell'essere straniero in Thailandia.
Siamo due categorie, chi espatria per volere e chi per dovere.
Io faccio parte della seconda, sono nu bravo quaglione, fin troppo, questo e' il mio piu' grosso problema.
Il fatto di dover andarmene dall' Italia mi ha portato ad essere un po' troppo pessimista nei confronti delle nazioni in cui sono stato e non mi permette di comparare l' Italia con altre nazioni perche io AMO l'Italia.
Lasciamo perdere i discorsi difficili, la politica, l'indebitamento pubblico.....parliamo di cose serie!
La notte ti svegli, sono ormai due anni che vivi in thailandia....e senti un bisogno impellente MANGIARE!
Pensi alla brioscina calda e il cappuccino al bar sotto casa, il barista tuo amico che ti sorride sempre, ormai eravamo amici....di piu' perche' con lui parlavi dei tuoi problemi e...ma questa e' un'altra storia..sei li di fianco a te la strafigona che hai sognato tutta la vita, occhi a mandorla, naso piccolo...silouette da modella e ne hai bisgno...villacchioni non di quella cosa, degli gnocchi fumanti che vi faceva la nonna, la polenta con la cacciagione che mangiavi beato con gli amici la domenica nei ristorantini sulla cisa( per chi non lo sa' la cisa e' la strada che collega bologna a firenze, hai bei tempi era una statale tutta curve adesso e' un pezzo di autostrada da libidine con le moto superspostive)quelli che hanno tutto rustico, anche la bella toscana rotondetta che ti serve i prelibati piatti toscani...ti ricorda i bei tempi quando da ragazzo sognavi la bella contadinella nel fienile...e sogni ad occhi aperti..ma il lanquorino e' li, non smetti di pensare a quanto ti mancano quelle prelibatezze, siiiiiii datemi la mia rosticceria preferita per un'ora!!! e ti alzi, nel dormiveglia vai verso il frigorifero e pensi a quale "quattro salti in padella" ti puoi fare...e aprendo il frigo torni alla realta' azz li avevo messi li e la tua mente vola, e ti rendi conto di quanto erano buoni i sofficini e bastoncini di merluzzo findus!
Lo so' pero' la strafigona e' li' che ti aspetta...aspetta...aspetta...non era in questo periodo che facevano un'offerta sui voli per l'Italia?
Vabbe' arriva mattino, oggi e' domenica, prendo la bimba...si la mia bimba, lei mi ama, e sempre li ad aspettarmi, silenziosa, col suo corpo armonioso, mi aspetta per.......
portarmi lontano( sempre a quella pensate...ragazzi di Rocco ce ne' uno) e' l'aaba fa' un po' freschino , il sole fa capolino, c'e' quell' atmosfera che c'e' soltanto in Italia all' inizio della primavera, tutto e' ancora addormentato niente macchine in giro e tu sulla tua bimba che ronza leggermente aspettando il momento di lanciarsi al tuo comando...arrivi in piazza il baretto ha appena aperto, il mio amico sta' pulendo i tavolini fuori e intanato uno alla volta arrivano gli altri..siamo tanti oggi e' la prima giornata che possiamo usare le nostre bimbe...il caffe' fuma oggi meglio due e via si parte....Il lago andiamo verso di lui, prendiamo l'autostrada, e' bella l'autostrada, pulita, l'asfalto perfetto, chilometri lisci...pensieri...quanto mi manca quell'asfalto, quell' atmosfera.
Si mi manca, quell' asfalto, quando prendo il motorino...insomma quel robo da bambini che chiamano moto, qui' le moto serie non si possono guidare, c'e' sempre quel tombino, anzi migliaia di tombini che neanche per sbaglio riescono a fare alla stessa altezza dell' asfalto, una volta ce ne era uno....dopo due giorni l'hanno rifatto, era troppo perfetto, adesso e' 20 cm piu' basso, oddio l'asfalto, per la maggior parte sono quadrati di cemento, li fanno a mano...propio nel senso che si mettono li' , sotto il sole con cazzuola in mano e pezzo per pezzo fanno la strada, riuscissero mai a farne uno via l'altro senza un solco che ti distrugge gli ammortizzatori.
Si amo l'Italia, lo capisci quando ci ritorni, se ci torni, all' aereporto in un'attimo sei a casa, leggi e ascolti qualunque cosa e chiunque parla intorno a te, capisci tutto...cosa c'e' di eccezionale? provare per credere...si lo so' voi parlate perfettamente l' Inglese, io no ho sempre preferito parlare la lingua locale e cosi' adesso parlo 7 lingue correntemente di cui 4 madrelingua, ma comunque quando sei li che scendi dall' aereo tutto divento chiaro, limpido sei improvvisamente tranquillo e rilassato e sai che che li' e' il posto migliore del mondo, che quelli intorno a te sono tutti come te, li comprendi li capisci e vai...vai verso il taxy che non vi dira di andare aff...lo se gli chiedete di usare il "meter".
Ci sono tante cose, che vivendo qui' vi mancheranno, e niente e nessuno potra' darvele, non potrete mai sostituirle con niente e immancabilmente arriverete a sentirne la mancanza.
Questo mi ha portato negli anni, forse, a vedere piu' nero di quello che e' ,ma io sono appunto, uno che ha dovuto....voi invece l'avete scelto, pensato, programmato e avete salutato l'Italia pensando di come eravati fortunati ad andarvene...per sempre...per sempre....nulla e' per sempre, non lo e' la strafigona( pensate voi lo sia) che dorme con voi, i soldi che vi arrivano tutti i mesi...l'essere felici in un paese che vostro non e'.
Perche' comunque voi siete...ma che ne so' cosa siete, non lo sapete neanche voi, ve ne accorgete quando la prima volta vi dicono: tu sei un ospite, tu fai quello che vogliamo noi e se non ti va' bene libero di andartene..perche' voi siete liberi....lo eravate quando siete partiti, liberi di mollare tutto, di fare gli avventurieri e fanculo vado via da qui'...anche adesso lo siete, avete ipotecato la vita per venire qui', vi siete comprati la macchina, affittato o comprato la casa, il televisore il....azz ma quante cose ho comprato...vabbe' siete liberi comunque dopo aver sopportato di tutto per farvi ospitare, avete pagato caro qualunque cosa abbiate voluto o dovuto fare, siete stati onesti e rispettosi, avete seguito le leggi e i costumi di questo regno ma.....siete ospiti, domani mattina se il bath sale e la vostra pensione al cambio non e' piu' la cifra del visto che vi serve siete fuori, siete malati o avete dovuto affrontare una spesa impresista? siete fuori, il villacchione che decide cosa dovete fare domani si sveglia male e decide che vi servono piu' soldi o piu' documenti o qualunque altra cosa una mente malata possa inventarsi per rendervi la vita difficile e voi non avete piu' i requisiti?
SIETE FUORI! fuori dalla Thailandia in un attimo, no non importa se siete sposati a una Thai, avete dei figli, avete una societa' e date da mangiare ai vostri dipendenti..siete fuori, la vostra vita, i vostri sforzi il vostro impegno tutto e' legato alla vostra fortuna che tutto vi vada sempre bene e ragazzi non siete ricchi, ricchi veri...potete perdere tutto in un'attimo, siamo persone normali, non abbiamo qualche centinaio di milioni di euro da parte...siamo gente onesta e da rispettare ma siamo su un filo...se quel filo si spezza siamo niente,, il ripetto qui' non e' in base alla nostra' correttezza e alla nostra bonta' d'animo ma ai soldi che abbiamo.
I soldi, la mia vita e' legata ai soldi, certo e' cosi' dappertutto ma....ma non cosi' esasperatamente, qui' il tuo diritto di vivere dipende dai soldi che hai, vero non tutto, ammettiamolo, in effeti tutti soldi che puoi avere non ti daranno mai la residenza...tu rimani lo straniero, tu non hai diritto a comprare un pezzo di terra, una casa( intendo da persone normali non con i giri delle societa' tu sei l'ospite, paga cazzone straniero e prendi calci in culo e ...sorridi! perche' qusta e' la terra del sorriso se non sorridi e hai da ridire manchi di rispetto, TU DEVI rispettare il popolo Thailandese, e' casa loro...sono liberi, liberi di andare contromano, liberi di darti una mazzata in testa, liberi di fotterti come vogliono e senza sorriso...e tu sei libero di andartene...ma non di non sorridere, non di dire la verita'....perche' tu non capisci, che verita' vuoi dire quaglione?
Dura un'attimo, solo un'attimo, alzi la testa e SAI che la tua cultura, il tuo sapere derivano da piu' di 2.000 anni di civilizzazione, il tuo paese ha il 50% di tutte le opere d'arte al mondo, la tua conoscenza del mondo e delle cose e' di mille anni piu' avanti ma un' attimo dopo abbassi la testa, lasci che chi ti sta' davanti creda di essere superiore a te, fai un sorriso deficiente e pensi che sei libero, libero di andartene, un giorno...
Due forti scosse, a distanza di 12 minuti l'una dall'altra, la prima al largo delle Isole Andamane, nell'Oceano Indiano, la seconda in Giappone, avvertita in molte città: e in particolare lungo le coste che si affacciano sull'Oceano Indiano per ore si è vissuta la paura di un nuovo tsunami, il cui allarme però è successivamente rientrato.
Il sisma delle Andamane, di una magnitudo di 7,6 sulla scala Richter, secondo l'Istituto geologico americano è stato registrata alle 01.55 di martedì ora locale (le 21:55 di lunedì in Italia). Il terremoto avvertito in Giappone, di una magnitudo 6,6, è stato registrato alle 05.07 locali di martedì (le 22.07 di lunedì di Italia), ossia 12 minuti più tardi. In precedenza, un'altra scossa di magnitudo 5,7 era stata avvertita alle 01:46 di martedì ora locale (le 19:46 di lunedì in Italia) anche in varie zone dell'Indonesia, con epicentro a 35 chilometri di profondità al largo della città di Wewak, sull'isola di Papua. La forte scossa delle isole Andamane, il cui epicentro è stato localizzato a 33 chilometri di profondità a 260 chilometri a nord di Port Blair, ha fatto subito scattare un pre-allarme tsunami in India, Birmania, Indonesia, Thailandia e Bangladesh. La zona dell'Oceano indiano dove è stato registrato il nuovo sisma è più o meno la stessa che il 26 dicembre 2004 venne colpita da un devastante maremoto poi rivelatosi uno dei peggiori disastri naturali dell'epoca moderna. Il fenomeno provocò oltre 230 mila morti e, oltre alle isole Andamane, colpì con violenza estrema India, Thailandia, Indonesia, Sri Lanka, Birmania, Bangladesh e Maldive. La scossa fu avvertita anche in Somalia e in Kenya. L'evento fece balzare i sismografi a una magnitudo di oltre 9 gradi sulla scala Richter, una delle più alte mai registrate. Il sisma scatenò una serie di onde anomale alte fino a 15 metri che distrussero città e villaggi su tutte le zone costiere dei paesi colpiti. Ben diverso lo scenario di oggi. L'allerta tsunami, infatti, è stato in seguito cancellato: più di due ore dopo la scossa non c'erano segnalazioni di onde anomale lungo le zone costiere dell'Oceano Indiano nè di vittime causate dal terremoto nella zona vicina all'epicentro. Solo tanta paura tra la popolazione, uscita di casa in preda al panico al momento della forte scossa, durata una trentina di secondi. Per quanto riguarda il Giappone, il sisma è stato avvertito in varie zone centrali dell'arcipelago. Secondo l'agenzia meteorologica nazionale, l'epicentro è stato localizzato a 20 chilometri di profondità al largo delle prefettura di Shizuoka, a sud-ovest di Tokyo. Il terremoto è stato avvertito anche a Tokyo, dove vari edifici hanno ondeggiato. Un'autostrada è stata chiusa e nella centrale nucleare di Hamaoka due unità sono state chiuse per potervi effettuare dei controlli, senza però individuare anomalie di sorta. Nel porto di Yaizu, il livello del mare si è abbassato di circa 60 centimetri, segno che delle onde anomale, anche se non di forte entità, si stavano formando. Nella città di Shizuoka, la capitale della prefettura che porta lo stesso nome, la terra ha tremato per oltre un minuto, secondo le immagini diffuse dalla rete televisiva Nhk. L'emittente ha mandato in onda riprese effettuate in un negozio dove gli articoli esposti sugli scaffali sono stati scaraventati a terra dalla scossa. Complessivamente sono stati segnalati solo alcuni feriti in maniera leggera e, comunque, nessun danno di particolare rilevanza.