BANGKOK - Un incendio è divampato nella Siam City Bank a Bangkok, nell'area di Din Daeng. Lo riferisce via Twitter un cronista dell'ANSA sul posto.
LEADER A CAMICIE ROSSE, SIATE PACIFICI - Siate pacifici: è l'appello di uno dei leader delle camicie rosse, Veera Musikapong, lanciato in tv ai sostenitori del movimento. Veera si è consegnato stamani alla polizia. "La democrazia non si può costruire sulla vendetta ed il rancore", ha aggiunto Veera, che preside l'Unione per la democrazia contro la dittatura (Udd).
"DAY AFTER" - In un'atmosfera da 'day after' dopo il cruento blitz per disperdere le 'camicie rosse' e l'anarchia che ne è seguita, Bangkok si è svegliata questa mattina in una situazione sostanzialmente pacifica, mentre le centinaia di manifestanti - tra cui molte donne e alcuni bambini - asserragliati per tutta la notte in un tempio buddista stanno uscendo scortati dalla polizia, dopo aver consegnato le armi. Nonostante una nottata in generale tranquilla, senza le esplosioni e gli spari di quelle precedenti, le autorità hanno comunque già esteso il coprifuoco per altre tre notti nella capitale e in 23 province del Paese; diverse aree, anche durante il giorno, rimangono off-limits e presidiate dai militari. I 34 incendi appiccati ieri sono stati quasi tutti domati, ma i danni procurati sono enormi. Il Central World, il più grande centro commerciale della capitale e della Thailandia, è in parte crollato, così come altri 'mall' minori e un cinema in Siam Square. L'edificio della Borsa ha invece riportato danni solo al primo piano, con le fiamme che non hanno pregiudicato la struttura. Secondo alcuni testimoni oculari, nel tempio Wat Pathumwanaram - dove fino all'una si sono verificate sporadiche sparatorie tra alcune 'camicie rosse' e i militari all'esterno - ci sono almeno sei cadaveri, morti per colpi di arma da fuoco. In precedenza fonti mediche avevano parlato di nove morti all'interno della pagoda.
ENORME CENTRO COMMERCIALE RISCHIA DI CROLLARE - Il più grande centro commerciale della Thailandia, situato nel centro di Bangkok, rischia di crollare dopo essere stato devastato ieri da un incendio appiccato durante e violenze seguite all'attacco da parte dell'esercito al quartiere occupato dalle 'camicie rosse'. Lo ha reso noto la polizia thailandese. Ieri sera, il sito del quotidiano The Nation, aveva riferito che erano crollate alcune parti dello shopping mall, un immenso edificio di sette piani.
"L'incendio al 'Central World' è sotto controllo, ma uno dei lati del centro ha cominciato a crollare", ha dichiarato un portavoce della polizia Prawut Thavornsiri. Il centro era stato chiuso dopo che i ribelli avevano occupato il quartiere, il 3 aprile scorso.
RESA CAPI 'ROSSI',UCCISO FOTOGRAFO ITALIANO
(di Alessandro Ursic)
Due mesi di protesta delle 'camicie rosse' thailandesi si sono conclusi con un blitz dell'esercito,penetrato nell'accampamento al centro di Bangkok in un'operazione che ha portato all'uccisione di almeno sei persone, tra cui un fotografo italiano, Fabio Polenghi. Ma la resa annunciata dai leader del movimento antigovernativo è stata seguita da pochi manifestanti, mentre gli altri si sono sparpagliati nella capitale appiccando il fuoco a decine di palazzi, tra cui la Borsa e il principale centro commerciale. "Atti di terrorismo", questi, che hanno spinto il governo a dichiarare il coprifuoco prevedendo la pena di morte contro i responsabili. In tarda serata, con centinaia di manifestanti - tra cui diversi feriti, ma secondo una fonte medica anche nove morti - intrappolati in un tempio al centro dell'ex bivacco "rosso", sparatorie sporadiche tra militari e dimostranti in corso anche nella notte mentre vaste aree centrali della capitale sono al buio e senza elettricità. Le tv nazionali, censurate dalle autorità militari che gestiscono la risposta alla protesta, trasmettono solo le disposizioni del governo e diversi siti di informazione funzionano a singhiozzo. Nella sua edizione online, il quotidiano Bangkok Post ha segnalato disordini anche in varie zone del nord-est, tradizionale 'territorio' delle camice rosse, con manifestazioni e edifici dati alle fiamme. A Chiang Mai, la città natale dell'ex premier della Thaksin Shinawatra, è stata incendiata la casa di un funzionario provinciale. Disordini sono stati segnalati anche nella municipalità di Udon Than e di Khon Keon. A Bangkok l'esercito ha sfondato le barricate a sud dell'accampamento intorno alle 8 di mattina, con l'ausilio di mezzi blindati. Un esiguo ma agguerrito gruppo di manifestanti ha cercato di rallentarne l'avanzata, innescando alcune sparatorie. In una di queste, sul lato nord del parco Lumphini, é stato ucciso il milanese Polenghi, colpito all'addome mentre stava fotografando i dimostranti in fuga. L'avanzata dell'esercito si è poi fermata ai margini dell'accampamento, mentre alcune migliaia di "rossi" rimanevano intorno al palco eretto presso la Ratchaprasong Intersection. La pressione ha però convinto i leader dei sostenitori dell'ex premier consegnarsi alla polizia, invitando i loro seguaci a fare altrettanto. L'annuncio è stato fischiato da una parte dei dimostranti, e subito dopo sono iniziate le devastazioni. Il Central World, un enorme centro commerciale di fronte al palco di Ratchprasong, è stato saccheggiato e poi dato alle fiamme, che si sono sviluppate per ore senza l'intervento dei vigili del fuoco. In tarda serata l'incendio non era ancora stato domato e parte dell'edificio è crollata. Lo storico Siam Theatre, un cinema nella piazza di Siam Square, è stato distrutto dal rogo. Il fuoco è stato appiccato anche al palazzo della Borsa, qualche chilometro a est dell'accampamento. In tutto, 27 edifici sono stati dati alle fiamme. Fino alle 6 del mattino di giovedi (l'una di notte in Italia) Bangkok è sotto coprifuoco, un provvedimento esteso ad altre 21 province del nord e del nord-est. Il primo ministro, Abhisit Vejjajiva, si è detto fiducioso che le operazioni militari "riporteranno la calma" nella notte. Esercito e polizia, ha annunciato la task-force militare che gestisce la risposta alla protesta, procederanno a "una repressione armata" contro chi si dà ad "atti di terrorismo", che prevedono - è stato specificato - la pena di morte come massima punizione. Le violenze, ha dichiarato il portavoce dell'esercito, hanno provocato sei morti e 59 feriti, tra i quali figurano tre reporter stranieri: un olandese, un canadese e un americano. Un medico ha però segnalato che all'interno del tempio di Wat Phatum, dove negli ultimi giorni avevano trovato rifugio in particolare donne e bambini, ci sono nove morti e sette feriti. Secondo un bilancio diffuso dal Bangkok Post, i morti sono stati almeno sette e i feriti 81. Sparatorie tra militari e alcuni manifestanti asserragliati hanno intralciato l'arrivo dei soccorsi: un giornalista australiano, che riesce a scrivere dall'interno del tempio, ha riferito di essere stato bersagliato mentre cercava, assieme ad un monaco, di aiutare un thailandese colpito al petto da una pallottola. Quasi tutti i leader della protesta si sono arresi senza opporre resistenza, mentre un altro, l'ex cantante Arisman Pongruangrong, è stato arrestato successivamente. Le autorità giudiziarie si sono già mosse anche contro lo stesso Thaksin, che dal suo autoesilio continua a finanziare le "camicie rosse" ed evoca la possibilità che ora si trasformino da pacifici manifestanti in pericolosi "guerriglieri". Contro l'ex premier, insieme ad altre nove persone, la Corte criminale ha spiccato un mandato di cattura per terrorismo.
Fonte: Ansa.it