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Due soldati dell'esercito thailandese sono stati uccisi e decapitati dai guerriglieri separatisti islamici malesi nella provincia meridionale di Yala, al confine con la Malesia.
Una decina di miliziani ha teso un'imboscata a due militari a bordo di una moto che scortavano gli insegnanti che stavano andando a scuola. I due militari, uccisi dalle raffiche di mitra, sono stati decapitati sul posto. I guerriglieri sono fuggiti con le loro armi.
L'insurrezione separatista nelle province meridionali a maggioranza musulmana e malese di Pattani, Yala e Narathiwat è guidata dal Fronte Rivoluzionario Nazionale (Brn), che colpisce non solo soldati e poliziotti ma anche civili, sia buddisti che musulmani. Dal suo inizio, nel 2004, si contano oltre 3.500 morti. L'esercito, dal canto suo, è stato accusato dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani di gravi abusi e violenze contro la popolazione civile di queste regioni.
L'indipendentismo islamico nelle province musulmane del sud, abitate da popolazione di origine malese, è un fenomeno che risale al 1786, quando il regno buddista di Siam, l'antico nome della Thailandia, conquistò queste regioni, ponendo fine a secoli di indipendenza del Sultanato Islamico di Pattani, che comprendeva le attuali province al confine con la Malesia.